La Scot in crisi chiede di congelare i debiti

Avviata la procedura del ‘concordato in bianco’ con un commissario giudiziale

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Cesena, 21 novembre 2014 - LA CRISI dell’edilizia ha messo in ginocchio un’altra azienda di rilevante importanza per l’economia locale: è la Scot di Mercato Saraceno (la sigla indica ‘Società Costruzioni Ofelio Torri’, dal nome dell’imprenditore che la fondò nel 1956) che lunedì scorso ha presentato al Tribunale di Forlì la richiesta di ammissione al ‘concordato in bianco’. Si tratta della procedura che ha preso il posto dell’amministrazione controllata: consente di congelare la situazione debitoria proseguendo l’attività con la supervisione di un commissario giudiziale.

«E’ vero — conferma Giovanni Torri, socio e amministratore unico della Scot —, stiamo attraversando una fase di grave difficoltà e abbiamo imboccato questa strada per evitare il fallimento cercando di tutelare l’azienda, chi ci lavora, i clienti e anche i creditori».

A cosa è dovuta la situazione attuale?

«Alla crisi economica italiana e internazionale che è cominciata nel 2008. All’inizio sembrava che fosse una congiuntura passeggera come altre in passato, invece s’è aggravata e ancora oggi non si intravvede uno sbocco positivo prima di due o tre anni».

Cos’è successo alla sua azienda?

«Operiamo nell’edilizia e nella costruzione di infrastrutture, i settori che maggiormente sono stati colpiti dalla crisi. Il lavoro non ci è mancato, ma siamo incappati in mancati pagamenti di entità rilevante soprattutto all’estero. La stretta creditizia causata dalle norme imposte dalla Banca Centrale Europea ha fatto il resto».

Non potevate ridurre l’attività?

«L’abbiamo fatto tagliando tutto quel che si poteva senza mettere in ginocchio l’operatività dell’azienda, ma non è bastato. Oggi abbiamo in cassa integrazione un terzo della cinquantina di dipendenti».

Ma avete prospettive?

«Sì, continuiamo ad avere un giro d’affari di una quarantina di milioni di euro e abbiamo alcune commesse di rilevante entità, diciamo un portafoglio ordini pre-crisi, ma potremo iniziare i lavori solo dopo l’inverno. Per questo ci siamo rivolti al Tribunale sperando che ci dia una mano a riprenderci. Entro due o tre mesi, dipende dal termine che ci daranno, presenteremo i conti e sarà nominato un amministratore giudiziale. Per un imprenditore questa procedura è come alzare bandiera bianca, ma non c’era altra scelta».

Lei non è un imprenditore normale: è abituato a stare in prima linea e a metterci la faccia, è stato presidente di Confindustria Forlì-Cesena e oggi è presidente regionale dell’Anci, l’associazione dei costruttori edili che aderisce a Confindustria.

«E’ vero, e siccome ritengo incompatibile la carica di presidente dell’Anci regionale con la situazione della mia azienda, presenterò le dimissioni al consiglio direttivo che ho già convocato per martedì prossimo».