Gambettola, 11 gennaio 2010 - Il referto del pronto soccorso, è quello il documento decisivo. Quella la prova risultata fatale a don Alvaro Coca Tejada, 27 anni, originario della Bolivia, ex cappellano a Gambettola, condannato in tribunale a Forlì a 4 anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale ai danni di un ragazzo di 22 anni effettuata in parrocchia. Verdetto con rito abbreviato che ha contemplato una doppia riduzione di un terzo della pena: sia per la scelta del ‘processo breve’ incardinato allo stato degli atti senza ricorrere al dibattimeno pubblico, sia per le attenuanti generiche riconosciute all’imputato. Alla fine il giudice Del Bianco ha accolto le richieste del pm Fabio Di Vizio. Alla parte civile, ovvero l’associazione Papa Giovanni XXIII e la stessa vittima ( tutelate da Annalisa Chiodoni) andranno 106mila euro di risarcimento danni. Ora l’avvocato Alberto Bricchi — che difende il giovane prete (che resta in carcere. Fu subito sospeso ‘a divinis’ dal vescovo)— attende le motivazioni del verdetto per ricorrere in appello.

Non si lascia andare a commenti, l’avvocato Bricchi. Ma il suo pensiero l’aveva già espresso nell’arringa difensiva, nell’aula a porte chiuse: don Alvaro per lui andava assolto perché non può essere presa per buona la sola voce di un ragazzo di vent’anni. I fatti sono della sera del 9 maggio 2009. Gambettola: durante una festa in parrocchia a un certo punto si vede un giovane scendere di corsa dalle scale, sconvolto. Più tardi dirà ai parenti d’essere stato stuprato da don Alvaro. Il referto del pronto soccorso è chiaro: sul corpo del ragazzo ci sono segni di un rapporto sessuale. All’alba del 10 maggio il sacerdote — che da quel giorno non è più uscito dal carcere — viene arrestato con l’accusa di violenza sessuale.

Tre sono le perizie mediche che l’avvocato difensore ha prodotto per annullare quel referto dell’ospedale. Sostengono che la presenza delle ragadi — principio su cui s’è basato il verbale medico per dare certa la violenza subita — non è da sola indicativa di un eventuale stupro. Ma le parole del giovane (che soffrirebbe di alcuni disturbi psicofisici) sono state ritenute fin dall’inizio chiare.