Cesena, 28 marzo 2011 - SONO le classiche infedeltà di coppia uno dei motivi principali che spingono i cesenati a rivolgersi a un investigatore privato. Cambiano i tempi e cambia la società e anche l’attività delle agenzie investigative è in continua evoluzione, con un ventaglio sempre più ampio di servizi offerti. A quanto pare, però, il sospetto di un tradimento resta, sempre e comunque, una delle maggiori cause per cui si decide di andare da uno Sherlock Holmes, a Cesena come probabilmente nel resto d’Italia e del mondo. E nonostante questa ‘materia’ sia vecchia quanto l’uomo, nell’ultimo periodo ci sono state delle novità.

«FINO a non molti anni fa, - racconta Stefano Cimatti, titolare da quindici anni di un’agenzia investigativa di Forlì, che da quattro anni ha aperto anche in città la Cimatti investigazioni - per cogliere il coniuge infedele in flagrante si usavano pedinamenti e appostamenti, oggi invece, sempre più spesso, si ricorre prima di tutto a Facebook, o si guardano di nascosto le chiamate e gli sms sul cellulare del partner. Addirittura, quando non lo fanno i nostri clienti, siamo noi a chiedergli se i propri compagni sono sul famoso social network e a darci un’occhiata perché, capita più spesso di quanto non s’immagini, che piccole disattenzioni o distrazioni, ci aiutino nel trovare la prova che cerchiamo. Per quanto riguarda invece il prototipo di persone che vengono da noi perché hanno paura di essere tradite, si va indistintamente dagli imprenditori agli operai, ma certo, in questo particolare momento di difficoltà, specialmente i lavoratori dipendenti sono molto diminuiti. Un’altra novità è che se fino a qualche tempo fa erano principalmente le mogli a fare pedinare i mariti e, talvolta, a richiedere persino una ‘valutazione patrimoniale’ per sapere dove, come e quanti soldi spendevano, ora ci sono pure tanti uomini che decidono di fare spiare le proprie compagne».
 

DELLO STESSO avviso è il suo collega Gianvito Gallo, titolare della Top secret che, pur non avendo sede a Cesena, opera anche in città: «Quello che davvero è cambiato è il modo in cui nasce il sospetto del tradimento che ormai si ha per lo più guardando sui social network o di nascosto il cellulare del proprio partner, mentre quando non c’erano ancora questi strumenti, si utilizzavano i classici inseguimenti e appostamenti. La maggior parte delle persone che vengono da noi perché pensano di essere tradite sono donne, ma ci sono pure uomini sposati che, a loro volta, pensano di venire traditi dalle amanti».
 

TRA le richieste in aumento e impensate solo fino a qualche anno fa, ci sono quelle di figli che decidono di far controllare la badante dell’anziano genitore per sapere se ci si può fidare o meno. «In questi casi - spiegano sia Cimatti che Gallo – si rivolgono a noi quando si accorgono di continui prelievi dal conto bancario del padre (ipotesi più frequente) o della madre accuditi. Sono in crescita, poi, anche i familiari che decidono di far ‘spiare’ un loro caro quando sospettano abbia problemi col gioco. Si tratta per lo più di donne di mezza età che si lasciano prendere la mano e arrivano a spendere persino i soldi della spesa giocando, ma ci sono anche uomini. Anche in queste ipotesi, il campanello d’allarme è quando iniziano a sparire i soldi in casa e non si capisce dove sono finiti».
Cresce, poi, il numero di donne che si rivolgono a un investigatore dopo aver ricevuto minacce, soprattutto da quando, nel febbraio 2009, è nato lo stalking che letteralmente significa fare la posta alla preda. Questo reato punisce gli atti persecutori commessi nei confronti di una persona che nella maggior parte delle volte è una donna. Prima dell’entrata in vigore della legge che ha disegnato la fattispecie tipica, era punito con gli articoli del codice penale relativi alla minaccia e alla molestia o disturbo alle persone, con pene molto meno severe di quelle previste invece ora dall’articolo 612 bis del codice penale che punisce, appunto, proprio nello specifico gli atti persecutori.
 

«ABBIAMO già assistito – sottolinea Cimatti – una decina di donne a Cesena (per lo più giovani) perché, magari, si trovavano la macchina rigata e le gomme tagliate, e pur sapendo benissimo chi era stato, non avevano le prove. Con appostamenti e pedinamenti, in questi casi, cerchiamo di raccogliere e documentare le prove per esempio con foto che hanno valore giudiziario e inchiodano il colpevole alle sue responsabilità penali».
 

IN ASSOLUTO tra le più comuni e in crescita da anni, ci sono le domande d’aiuto dei genitori che si recano da un detective per far seguire i figli quando sospettano facciano uso di droghe o alcol. «L’età dei ragazzi – concordano Cimatti e Gallo – è molto scesa perché iniziano a uscire sempre prima. Comunque, non ci troviamo a seguire solo adolescenti, ma anche trentenni. Tante – prosegue Gallo - sono anche le persone che vengono da noi perché pensano di essere seguite o controllate. Invece, alcuni mesi fa siamo stati contattati da una persona per rintracciare un familiare che non vedeva da anni e sapeva vivere in zona. Collaboriamo, poi, con qualche studio legale per la raccolta di prove, prevalentemente, in ambito penale. Però, a parer mio, la crisi si sta facendo sentire nel mio settore più che in altri».
 

MA LA CRISI se toglie, qualcosa dà anche. Infatti, complice la congiuntura economica, è aumentata la richiesta di tutta la vasta gamma di servizi offerti dalle agenzie investigative per quel che riguarda la consulenza sulla security aziendale, le informazioni commerciali, la concorrenza sleale, la sicurezza informatica. «Le imprese – spiega Cimatti – ci interpellano per individuare i colpevoli di furti interni, ammanchi, sabotaggi o atti vandalici. Ci viene chiesto, ad esempio, d’indagare sulle contraffazioni per la tutela di marchi e brevetti, e sul controspionaggio aziendale. Tra gli incarichi più frequenti c’è quello di verificare se i lavoratori assenteisti sono a casa in malattia o comunque per un giustificato motivo; oppure di controllare le assunzioni per sapere con chi si ha a che fare». Conferma e chiude Gallo: «Anche noi ci occupiamo di concorrenza sleale, contraffazione di marchi, sicurezza informatica, ma al momento veniamo sempre più spesso contattati per vessazioni sul posto di lavoro».