Cesena, 18 ottobre 2011 - Ogni giapponese ha un sogno dichiarato: conoscere l’imperatore Akihito, 78 anni, figlio di Hirohito. Alberto Zaccheroni nipponico non è, ma in quel Paese da poco più di un anno guida una nazionale trainante e vincente (10 successi, 5 pareggi) e ormai è famoso quasi come sua Altezza. E proprio Akihito giovedì scorso l’ha ricevuto nei giardini imperiali ad Akasaka, un onore che in generale l’uomo simbolo del Giappone concede raramente, non più di un paio di volte in un anno. Ed è toccato a ‘Zac’, figlio di Cesenatico ma ‘rapito’ al volo dalla cultura del lavoro, del dovere e del rispetto di quel popolo. Regole che senza troppa fatica ha fatto sue, anzi lo sono sempre state.

Così giovedì scorso, accompagnato dalla moglie Fulvia, è stato ospite di Akihito e della famiglia regnante, presenti infatti anche l’imperatrice Michiko Shoda e i tre figli. Un ricevimento da 200 persone, tra ambasciatori, autorità e un nugolo di guadie del corpo del 125° sovrano nipponico. Disponibilissimo il sovrano, con grande semplicità, ha ringraziato il ct della sua nazionale per tutto quello che sta facendo per il Paese. Di solito, l’imperatore non dà la mano, non saluta così gli ospiti ma per il tecnico italiano ha fatto un’eccezione. Ulteriore segno di stima e riconoscenza per l’uomo che per la prima volta ha portato in Giappone la Coppa d’Asia allestendo una nazionale giovane ed emergente e, anche grazie al vigoroso ‘veicolo’ calcio, sta aiutando il popolo nipponico dopo la catastrofe terremoto/tsunami della primavera scorsa.

Un imperatore quindi davanti a ‘Zac’, in un incontro caratterizzato da semplicità e disponibilità ma anche da un imponente servizio di sicurezza: guardie del corpo ovunque e il divieto assoluto di scattare fotografie. A ‘Zac’ il Giappone è entrato dentro, e lui con i risultati (sempre indispensabili) e professionalità ha trovato spazio nel cuore di un popolo affascinato dal pianeta calcio.
L’allenatore cesenaticense, che ama il sushi ma non lo baratterebbe mai con la piadina, ha un contratto con la Federazione fino al prossimo agosto, l’obiettivo è quello di qualificarsi per i mondiali brasiliani. Non è nè semplice nè scontato, il calcio asiatico infatti complessivamente sta avanzando a passi da gigante, coinvolgendo anche numerosi tecnici stranieri. ‘Zac’ ora ‘vive’ per questo, è diventato un giramondo, in Giappone ha già visto dal vivo un centinaio di partite di quel campionato dove le distanze da una città all’altra sono abissali. Sabato scorso però è rientrato a Cesenatico, vi resterà un paio di settimane ma in realtà avrà spesso la valigia in mano destinazione vari stadi europei per seguire i ‘suoi’ ragazzi che militano in club continentali. Domenica però era a Novara, occhi puntati su Morimoto nella sfida persa dai piemontesi contro il Bologna. Insomma l’uomo che ha conquistato il Giappone e ha ricevuto la gratitudine di un imperatore non si ferma mai.
E per lui la giornata ai giardini imperiali, con la stretta di mano a Akihito, è già una splendida cartolina di soddisfazione. E pazienza se, nonostante la conquista di un sorprendente scudetto vinto con il Milan (stagione ’98-’99), non abbia mai avuto pieno feeling col patron rossonero Berlusconi. Può sempre ‘consolarsi’ con un imperatore.