Cesena, 4 novembre 2011 - Se ne è andato il frate artigiano, infaticabile consolatore dei sofferenti. Padre Severino Cataneo è scomparso martedì scorso a 86 anni alla casa di cura Malatesta Novello, dove era ricoverato da più di un mese. Originario di Ischitella, in Puglia, ha lasciato giovanissimo la sua terra per seguire la vocazione religiosa e per più di cinquant’anni ha vissuto e svolto il ministero sacerdotale nel convento dei frati minori dell’Osservanza a Cesena.

Qui stasera alle 21 si terrà una veglia funebre, mentre i funerali, fissati per la mattina successiva alle 9, si svolgeranno a Sant’Agostino. Poi padre Severino farà ritorno nella sua città natale, dove verrà sepolto. «Era la memoria storica del convento — lo ricorda padre Virgilio Andrucci della comunità dell’Osservanza —. La sua è stata una vita semplice, umile, vissuta nell’estrema povertà, che ha lasciato un’impronta. E’ stato un esempio per noi frati, un richiamo al nostro carisma francescano».

Un servizio umile e prezioso quello di padre Severino, che nella sua missione ha privilegiato gli anziani, i malati e chi stava compiendo l’ultimo cammino della vita, entrando nelle case di tante famiglie con discrezione. Per questo era molto noto, anche al di fuori dell’ambito parrocchiale. Tantissime le persone che si sono rivolte a questo mite frate per una parola di incoraggiamento, una benedizione o un sorriso, e ne ascoltavano le poetiche omelie, con quella voce calma che arrivava dritta al cuore. E tanti lo ricordano «orante nel coro dietro l’altare maggiore con il salterio meditato, o dietro l’ambone durante l’ennesimo funerale, che padre Severino celebrava usando parole delicate, di conforto ai familiari e raccontando spesso un aneddoto finale che svelava un’amicizia con il defunto», rammenta un parrocchiano.

Di lui resterà anche il presepe meccanico, piccolo capolavoro forgiato con le sue stesse mani. Abile manipolatore del legno e paziente cesellatore, padre Severino ha lavorato fino all’ultimo nella sua falegnameria accanto al convento. Qui aveva dedicato molto del suo tempo alla sua ‘creatura’: ogni anno modellava e arricchiva la Natività, perfezionando con cura ogni minimo dettaglio affinché fosse pronta per la notte santa.

Il presepe è rimasto per tanti anni esposto all’interno della chiesa finché la scorsa primavera padre Severino - forse consapevole che si stava avvicinando la sua dipartita da questa mondo – decise di donarlo alla città. E forse il prossimo Natale verrà esposto alla Rocca.