Cesena, 16 maggio 2013 - IL CASO di un leone sotto il sole a picco ha catapultato ancora una volta nell’occhio del ciclone il Circo Martini, più volte accusato di maltrattamento di animali.
 

DOPO il ‘fattaccio’, accaduto a Pesaro i primi di maggio, la carovana itinerante ha fatto tappa nei giorni scorsi a Savignano sul Rubicone, piantando le tende nei pressi del campo sportivo comunale. E anche qui sono arrivati puntuali i controlli dell’Ausl e del servizio Cites del Corpo forestale.
 

«LE AUTORITÀ preposte sia di Forlì che di Rimini non hanno però riscontrato nulla», tiene a precisare Aldo Martini, patron dell’omonimo circo che conta sessanta esemplari, che non ci sta a passare per uno che li maltratta. E torna sulla recente vicenda che gli è costata una multa di 800 euro, spiccata dalle guardie zoofile dell’Oipa di Pesaro-Urbino per irregolarità, tra le altre cose, nelle strutture di ricovero di due grandi felini.
 

«AL MOMENTO del sopralluogo, avvenuto alle 13 con temperatura più estive che primaverili — hanno rilevato le guardie zoofile —, il leone e la tigre non disponevano di acqua a disposizione da bere ed erano contenuti in un recinto troppo piccolo e non atto a ripararli dal sole». «Cose non vere» ribatte Aldo Martini, che con i suoi 31 anni è il più giovane imprenditore circense.
 

«NELLA SETTIMANA di permanenza a Pesaro, la Asl ci ha fatto visita quattro volte e in tutti i controlli ha attestato l’ottimo stato di tenuta degli animali — spiega —. Anche la mattina del controllo delle guardie zoofile, solo mezz’ora prima il veterinario dell’Asl aveva trovato tutto a posto. Ritengo che le guardie zoofile non abbiano le competenze per fare valutazioni di questo tipo: non sono medici ma volontari».
 

E LAMENTA un «vero e proprio accanimento» nei suoi confronti da quando, lo scorso settembre, a Imola una giraffa è morta tragicamente dopo essere scappata dal circo. «In ogni Comune in cui andiamo siamo sottoposti a numerosi controlli ma non abbiamo niente da nascondere. D’ora in poi però denuncerò chi tenta di diffamare il mio nome», afferma.
 

E IL SUO RAPPORTO con gli animali? «Fanno parte della nostra famiglia, sono nati in cattività e crescono a stretto contatto con gli esseri umani — dice —. Bisogna poi scordarsi dei numeri in cui gli animali passano nel cerchio di fuoco: nei nostri spettacoli fanno un giro di pista e nulla più». Ben più complicato il rapporto con gli animalisti, soprattutto con i più agguerriti, quelli della Lav-Lega antivivisezione.
 

«NON HO NULLA contro chi si limita a informare i cittadini, anzi ospito pure i loro banchetti accanto al mio tendone. Contesto invece i violenti, che insultano chi lavora nei circhi e gli spettatori», conclude.

Francesca Siroli