Cesena, 12 marzo 2014 - IL TEMPO è denaro. Almeno in tema di parcheggio a pagamento. Sta facendo discutere il parere del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che rivoluziona il tema dei ricorsi. Secondo il dicastero, infatti, «in caso di omessa corresponsione delle ulteriori somme dovute, l’ipotesi di applicare la sanzione di cui all’articolo 17 comma 15 del Codice, non è giuridicamente giustificabile in quanto l’eventuale evasione tariffaria non configura violazione alle norme del Codice, bensì una inadempienza contrattuale». Tradotto: niente contravvenzione per la sosta scaduta ma solo la corresponsione delle ulteriori somme.

 

CI HA provato anche un automobilista di Cesenatico. Sanzionato per una sosta scaduta, si è rivolto al giudice di pace per provare a mettere in pratica il parere del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Quale? ‘Sforare’ la sosta a pagamento non configurerebbe la violazione del Codice della strada ma il venir meno al contratto tra automobilista e Comune o società che gestisce il parcheggio.

PARTIAMO da un dato: la contravvenzione per il ticket della sosta scaduto è di 24 euro. Punto due: difficile, salvo casi clamorosi, immaginare soste scadute fino a questa cifra, almeno a Cesena. Quindi? Il costo della contravvenzione è comunque più alto dello ‘sforamento orario’. Il parere del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha fatto più rumore di un colpo di clacson nel cuore della notte, in una città deserta, ma all’atto pratico richiama più il titolo della commedia di Shakespeare, ‘Tanto rumore per nulla’. Questo perché è un parere che non fa giurisprudenza. Per informazioni chiedere al cittadino di Cesenatico che, di recente, si è visto respingere il ricorso — basato proprio su questo parere ministeriale — dal giudice di pace.

«Questo perché — commenta il comandante della Polizia municipale di Cesena, Ernesto Gripponon fa giurisprudenza anche se, in linea di principio, è assolutamente condivisibile». Il caso è certamente destinato a far discutere perché in apparenza pare risolvere le polemiche scoppiate tra agenti della municipale o ausiliari della sosta da un lato e automobilisti dall’altra inferociti per una multa a fronte, in alcuni casi, di infrazioni al tempo della sosta davvero minime. Ma il parere, in quanto tale, ha il valore di un parere.

«Recentemente — ancora Grippo — ho approfondito due casi di questo tipo: uno a Cesenatico e uno a Pescara. Bene, entrambe le volte il giudice di pace ha rigettato il ricorso». In soldoni il parere dice questo: l’omessa corresponsione della sosta non viola una norma del Codice della strada bensì un contratto tra l’automobilista e il Comune o la società che gestisce il parcheggio.

E, INVECE della sanzione — continua il Ministero — «ove esiste il dispositivo per il controllo della durata della sosta, il recupero delle ulteriori somme dovute, maggiorate dalle eventuali penali». Insomma: pagare quello che si deve e non una contravvenzione. «Il problema — chiude Grippo — è che non esiste certezza».

Mattia Sansavini