Cesena, 1 aprile 2014 - LA ZTL (abbreviazione utilizzata in tutte le città per definire la Zona a traffico limitato) di Cesena è stata battuta per due volte da altrettante automobiliste che hanno fatto ricorso contro le contravvenzioni elevate dalla polizia municipale. Per chiedere l’annullamento delle contravvenzioni, le automobiliste si erano rivolte al prefetto, visto che per ricorrere al giudice di pace occorre pagare il contributo unificato di 37 euro e non si possono fare cause cumulative, ma bisogna pagare la stessa somma per ogni contravvenzione contestata.

Le contravvenzioni risalgono al 7 febbraio 2013 e furono notificate circa due mesi dopo: a entrambe le automobiliste, che si erano recate a un incontro serale che si svolgeva nel centro storico, la polizia municipale contestava due violazioni: l’accesso abusivo alla Zona a traffico limitato (80 euro di sanzione) e la sosta vietata (41 euro); ai 121 euro di ogni contravvenzione andavano poi aggiunti 16,80 euro per le spese di spedizione. In totale, per le due multe, c’erano da pagare 255,60 euro.

Le due automobiliste, ritenendo che la segnaletica della Ztl non fosse adeguata, si sono rivolte al prefetto con l’assistenza dell’avvocato Emanuele Gentili, specialista nei ricorsi contro le contravvenzioni al codice della strada. In particolare le automobiliste hanno eccepito che all’accesso di via Mura Federico Comandini (di fianco ai giardini di Serravalle) non c’erano le telecamere di Icarus, ma c’erano due cartelli in contraddizione fra loro: il primo che si presentava a chi entrava nella Ztl prescriveva il divieto di accesso nelle giornate dal lunedì al venerdì e la prima domenica di ogni mese nelle ore che vanno dalle 8.30 alle 18.30, ed era assai più grande del secondo, posto un paio di metri più avanti e più in alto. Inoltre c’era anche un divieto di accesso per gli autocarri che era assolutamente superfluo perché già previsto nel cartello della Ztl. Il prefetto ha accolto i due ricorsi con l’identica motivazione: «Insufficienti elementi conoscitivi sulla regolarità della segnaletica».

Infatti nei verbali di contravvenzione, secondo una giurisprudenza consolidata, sarebbe necessario anche indicare il luogo di posizionamento del cartello, la sua tipologia e la rispondenza ai criteri normativi dettati dal Regolamento esecutivo del Codice della strada. Anche il Comune si è reso conto che la segnaletica era insufficiente poiché nell’agosto successivo l’ha modificata aggiungendo un maxi-segnale dipinto sull’asfalto.

Paolo Morelli