Ausl unica ma a reti separate, i sistemi non dialogano tra loro

Una giornata per discutere dei problemi informatici delle quattro Ausl di Cesena, Forlì, Rimini e Ravenna

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Cesena, 23 agosto 2017 - Procede con qualche sobbalzo, frenate e ripartenze, l’unificazione delle reti informatiche delle quattro Ausl di Cesena, Forlì, Rimini e Ravenna, operazione per la quale la Regione Emilia-Romagna ha reso disponibile a fine 2014 la ragguardevole somma di 15 milioni di euro.

A oltre tre anni e mezzo dalla costituzione dell’Ausl della Romagna, nata il 1° gennaio 2014, ancora le quattro vecchie strutture informatiche non sono in grado compiutamente di dialogare fra di loro, soprattutto per quel che riguarda la parte sanitaria. E dove l’unificazione c’è stata per iniziativa della Regione, come nel caso della gestione del personale per i 16mila dipendenti della Romagna (centralizzata su Cesena), c’è stata l’alzata di scudi dei sindacati della Funzione pubblica di Cgil e Cisl sanità che un paio di mesi fanno emesso duri comunicati nei quali rimarcano che il sistema informatico per la gestione delle risorse umane «dopo circa sei mesi dalla sua implementazione nelle Aziende Sanitarie di Ferrara, Bologna, Imola e della Romagna, sta creando gravi difficoltà e complicazioni in ordine alle gestione del personale e al conteggio delle ore lavorate, degli straordinari, delle ferie».

E, stando alle lamentele dei dipendenti, i problemi del sistema che la Regione ha attivato per avere sotto controllo la situazione di tutte le Ausl non sarebbero ancora stati risolti.

Per fare il punto sulla situazione dell’Ausl dal punto di vista informatico, il direttore dell’Unità operativa governo sistemi informativi Luigi Santucci ha convocato un incontro per l’intera giornata di mercoledì 30 agosto a Cesena; la mattinata sarà dedicata a chi lavora nell’area clinica, il pomeriggio a chi opera nell’area amministrativa. E’ prevedibile che le lamentele saranno molte, anche perché quasi tutti gli operatori vivono solo una delle quattro realtà confluite nell’Ausl della Romagna.

All’ospedale Bufalini di Cesena, per esempio, non è stato ancora installato il sistema wi-fi dedicato al personale in servizio che è già attivo in alcuni settori degli ospedali di Forlì, Rimini e Ravenna, e il sistema di telefoni cordless utilizzato dagli operatori sanitari mette in crisi i cellulari dei degenti e delle persone in visita.

La situazione non è rosea anche per quello che riguarda la comunicazione: dopo la scadenza alla fine dello scorso mese di maggio del contratto a tempo determinato di Manuela Dradi che da Ravenna aveva la funzione di coordinamento di tutte le sedi della Romagna, la struttura è stata soppressa e l’iniziativa in questo settore strategico è nelle mani dei referenti locali: l’area di Forlì è affidata a Tiziana Rambelli, quella di Cesena a Costanza Senni e quella di Rimini a Francesco Pagnini, mentre Ravenna è rimasta scoperta.

In ritardo ci sono anche l’anagrafe unica regionale, all’interno della quale si collocano 1,2 milioni di cittadini romagnoli, e il sistema unico delle prenotazioni di visite ed esami: avrebbero dovuti essere pronti alla fine dello scorso anno, poi l’attivazione è stata rimandata al prossimo settembre, ma già si preannuncia un nuovo rinvio al mese di ottobre.