Ausl e medico condannati per la morte di un anziano

Il dottore la struttura sanitaria dovranno pagare 182 mila euro a titolo di risarcimento danni e 25mila per le spese processuali alla figlia di un uomo deceduto

Un medico entra all’interno di  un reparto (repertorio)

Un medico entra all’interno di un reparto (repertorio)

Cesena, 14 luglio 2017 - L’Ausl della Romagna e un medico che nel luglio del 2009 era in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Rimini sono stati condannati dalla Corte d’appello di Bologna (seconda sezione civile) a pagare in solido oltre 182mila euro a titolo di risarcimento danni, oltre a 25mila per spese processuali, alla figlia di un uomo di 71 anni deceduto il 7 luglio 2009 al pronto soccorso dell’ospedale Bufalini di Cesena a causa di un’emorragia dell’apparato digerente.

La morte di Valter Brambilla, 71 anni, abitante a Santarcangelo, era arrivata al termine di un’odissea tra gli ospedali della Romagna: il 2 luglio 2009 era stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Santarcangelo a causa di dolori addominali e conati di vomito; il medico di turno lo aveva lo aveva dimesso con prognosi di tre giorni per ‘fibrillazione atriale’ consigliando una visita cardiologica. Il giorno dopo i dolori erano aumentati e Valter Brambilla venne trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Rimini dove i due medici in servizio formulavano diagnosi di ‘epigastrangia’ e gli consigliarono di riprendere la terapia farmacologica gastroprotettiva che aveva sospeso di propria iniziativa. Il giorno successivo, 4 luglio, l’uomo fu nuovamente trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Rimini dove il medito di turno Marco Galletti gli diagnosticò ‘sincope da ipotensione ortostatica in paziente con cardiopatia ischemica dilatativa’ e lo dimise. Il 7 luglio, però, le condizioni del paziente si aggravarono ulteriormente e fu trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Cesena dove morì alle 23.30 dello stesso giorno.

A seguito della segnalazione del decesso alla Procura della Repubblica di Rimini fu aperta un’indagine preliminare che si concluse con il proscioglimento di tutti i medici coinvolti.

La vedova di Valter Brambilla intentò una causa civile contro l’Ausl di Rimini e i quattro medici coinvolti, ma nel 2015 il tribunale di Rimini respinse la richiesta di risarcimento dovuta a responsabilitò medica per omessa diagnosi.

La famiglia Brambilla, però, non si diede per vinta e fece appello; a causa del decesso della vedova, la causa è stata portata avanti dalla figlia Elisa Franca Brambilla, assistita dagli avvocati Alassandra Raffi e Piergiovanni Alleva di Bologna. Pochi giorni fa la corte d’appello formata dal presidente Maria Cristiana Salvadori e dai giudici Giampiero Fiore e Antonella Palumbi ha riconosciuto la responsabilità del dottor Marco Galletti per non aver tenuto una condotta che avrebbe potuto scongiurare la morte del paziente, e lo ha condannato insieme all’Ausl della Romagna a risarcire il danno e le spese legali alla figlia, che però è stata a sua volta condannata a pagare le spese legali degli altri tre medici che aveva chiamato in causa per oltre 9.500 euro.