Cesena, il bar dal cuore d'oro. "Doniamo il cibo ai bisognosi"

Lisa Iacconi, cuoca della Cantera: "Invece di buttare alimenti buoni è meglio aiutare gli altri"

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Cesena, 17 gennaio 2017 - Magari è poco, magari è facile. Di certo è importante. Talmente importante da cambiare la giornata di un uomo con le tasche vuote e le mani fredde, che la sera, senza avere una casa nella quale tornare, bussa alla porta di un dormitorio e ad attenderlo, oltre alla doccia sotto la quale provare a scaldarsi e a un letto sul quale provare a sognare qualcosa di meglio, trova un cena pronta per lui. In questi giorni di emergenza legata al freddo e con una cinquantina di senzatetto che hanno particolare bisogno di aiuto, non solo gli operatori sociali stanno offrendo la loro disponibilità ad allungare una mano verso gli ultimi.

A Cesena ci sono infatti bar e altre attività commerciali che ciclicamente contribuiscono volontariamente a fornire i pasti gratuiti alle strutture di accoglienza, una su tutte quella ricavata nei locali dell’ex Roverella. «Per quello che ci riguarda, è nato tutto qualche anno fa – racconta Lisa Iacconi, cuoca della Cantera, uno dei locali che offrono il loro aiuto - da uno dei tanti incontri che ho avuto con le persone quotidianamente a contatto coi problemi delle fascia della popolazione più disagiata. La mia sensibilità mi ha spinto a fare un passo in più, provando a rendermi utile di persona. Ci sono occasioni in cui al nostro locale rimane cibo che non può essere conservato a lungo e che dunque sarebbe destinato al cassonetto dei rifiuti. Invece di buttare, è molto meglio donare». A comporre il menù sono per lo più i piatti preparati per le pause pranzo dei clienti, oppure i vassoi sfornati in occasioni delle serate speciali. Le lasagne per esempio sono sempre apprezzatissime. Il tutto senza dimenticare le paste, le spianate e le pizzette, che dopo essere rimaste sul banco fio a sera, non hanno più mercato.

«Non abbiamo mai avuto contatti diretti con gli ospiti delle strutture – prosegue Iacconi – visto che generalmente offriamo il cibo agli operatori incaricati. È giusto così, non vorremmo che qualcuno si sentisse in imbarazzo. Il nostro intento non è quello di ricevere un ‘grazie’, ma quello di far capire a chi si trova a terra che non è solo». Il buon cuore deve però seguire certe regole e specialmente in campo alimentare il livello di attenzione è sempre alto. «Ovviamente le direttive vanno rispettate, perché non tutti i tipi di cibo possono essere messi a disposizione. Non è un problema, perché prima della legge arriva il buon senso. E poi andiamo, se decidi di dare una mano non lo fai certo con l’intento di rifilare qualche prodotto scaduto».