Bar del Capitano, contratto più lungo e affitto più basso

Il sindaco Lucchi: "Molti imprenditori sono interessati, stavolta ce la faremo"

Il Bar del Capitano è un luogo simbolo del centro storico

Il Bar del Capitano è un luogo simbolo del centro storico

Cesena, 7 settembre 2016 - Canone annuo ribassato da 30mila a 24mila, durata del contratto aumentata da 6 a 15 anni. L’amministrazione comunale nella riunione di giunta di ieri, ha rivisto le condizioni per il nuovo bando sulla aggiudicazione del Bar del Capitano - monumento commerciale del centro storico – dopo la prima asta andata deserta. L’amministrazione comunale si è mossa in tempi molto rapidi, l’asta deserta è stato un brutto campanello d’allarme.

Sindaco Paolo Lucchi, pensate ora di farcela a trovare chi rivelerà gli attuali gestori correggendo così il tiro?

«Abbiamo fiducia, ci siamo mossi nei tempi più rapidi possibili, dopo i contatti che in queste settimane gli assessori Battistini e Dionigi ed io abbiamo avuto con i tanti imprenditori interessati a subentrare nella gestione di un esercizio commerciale così prestigioso e importante per la nostra città. Per le imprese più strutturate il problema non è stato tanto il costo dell’affitto che comunque aggiorneremo, dando la possibilità di ridurlo dai 30mila euro annuali previsti nel primo bando, sino a 24mila, quanto la durata dello stesso. Infatti, per un investimento di ristrutturazione del locale che, compresa la parte esterna, potrebbe avere ammontare a molte centinaia di migliaia di euro - la durata del contratto determinata inizialmente in 6 anni, a tanti imprenditori è parsa troppo ridotta. La porteremo a 15 anni, indicando che la disdetta del contratto da parte del Comune potrà avvenire solo per ragioni di interesse pubblico e con un preavviso di un anno. Questo consentirà di mettere in sicurezza l’investimento».

Avete introdotto altri correttivi?

«No, anche nel nuovo bando resteranno invece immutati gli elementi qualificanti: il divieto di installazione al’interno dei locali di slot machine e videolottery e la necessità di utilizzare quel pubblico esercizio anche per promuovere il nostro territorio».

C’era bisogno di un’asta spiacevolmente andata deserta per mettere a fuoco che la durata del contratto a soli sei anni, per quel tipo di immobile commerciale, era penalizzante per gli interessati?

«Tutti i contratti precedenti del ‘Capitano’, gli altri del Comune, molti di quelli privati, sono di sei anni. Ma, in questo caso, ascoltando gli imprenditori cesenati interessati al locale, ci siamo resi conto che lo stesso richiede un intervento costoso, il cui costo non si può ammortizzare in così poco tempo. E quindi abbiamo cambiato».

A fine settembre il locale verrà liberato dagli attuali gestori. Quando potrà avvenire la nuova aggiudicazione?

«Il bando sarà pubblicato fra pochi gironi e scadrà a ridosso del 15 ottobre, in modo che l’assegnazione possa avvenire entro il 20-25 ottobre. Nel frattempo incontreremo i gestori attuali, per proporre loro una proroga della loro permanenza che, altrimenti, dovrebbe concludersi il 30 settembre, lasciando i locali non utilizzati per i mesi di fine anno. A Roberta, Arturo e le loro famiglie che hanno gestito il bar del Capitano dal 1990, credo debba andare il più sentito ringraziamento di tutti i cesenati».

Lo studioso d’arte Orlando Piraccini ha chiesto di assegnare al Palazzo del Ridotto la sola funzione di galleria espositiva cancellando il bar del Capitano. Che ne dice?

«Un personaggio del suo spessore ha capacità e strumenti per predisporre un progetto da valutare, del quale l’assessore Castorri ed io, non potremmo che tener conto».

Il presidente Confcommercio Patrignani ha replicato che è meglio allargare gli spazi del Ridotto per un bar del Capitano più capiente.

«L’idea contiene considerazioni interessanti, ma ha il difetto di dividere il mondo in ultras dell’una o dell’altra posizione. In ogni caso sia Patrignani che Piraccini hanno detto la loro in modo serio e con un intento positivo, diversamente dai soliti ‘narratori seriali di sventure’, mi riferisco a Di Placido e Casali, i quali approfittano di ogni passaggio a vuoto per descrivere il nostro centro come un luogo degradato e in grave difficoltà».