Tenta di farsi esplodere col gas, evacuate 30 persone

Villalta, tentato suicidio. Tragedia sfiorata: paura e strada chiusa

Vigili del fuoco e forze dell’ordine a Villalta (Foto Ravaglia)

Vigili del fuoco e forze dell’ordine a Villalta (Foto Ravaglia)

Cesena, 17 ottobre 2016 - La voce era categorica, la telefonata ai carabinieri di Cesenatico micidiale: «Il tribunale mi vuole portare via la casa, io la faccio finita facendomi saltare in aria con il gas qui nella mia abitazione». Poche ma decise parole quelle pronunciate alle 19,25 di ieri da Luigi Carbone, 51 anni, pugliese, residente in via Cesenatico 546 a Villalta. La chiamata ha fatto scattare i militari che subito hanno allertato i vigili del fuoco, sono intervenute anche protezione civile e polizia municipale.

I carabinieri (otto uomini: una pattuglia in borghese, tre in divisa) si sono catapultati a Villalta, sono entrati con la forza nell’abitazione dove l’uomo era pronto a farsi saltare in aria. Si era blindato nell’appartamento già saturo di gas, tre bombole erano aperte e sarebbe stata sufficiente una scintilla per il disastro. L’abitazione infatti è sulla trafficatissima via Cesenatico che è stata chiusa al traffico dalle 19,30 alle 21 di ieri.

Inoltre sono numerose le case adiacenti, così carabinieri e vigili del fuoco hanno fatto evacuare tutti coloro che abitano nel raggio di 200 metri: trenta persone, una decina di famiglie che hanno potuto rientrare poco dopo le 21. E’ stata un’ora di alta tensione e frenetica: mettere in sicurezza la zona, bloccare l’uomo ed evitare l’esplosione. Il rischio è stato enorme, la tragedia sfiorata.

Luigi Carbone è stato così bloccato dai militari, portato in caserma e poi al Bufalini dove lo hanno sottoposto a visite mediche. Dovrebbe finire penalmente nei guai per avere messo a repentaglio la vita di decine di persone. Era già noto alle cronache per essersi accampato un anno fa sotto l’androne del Municipio a Cesenatico, convinto di essere perseguitato dalla giustizia. Sulla sua abitazione infatti imperversano scritte a caratteri cubitali delle ingiustizie delle quali sarebbe vittima.