Caporalato, sfruttavano lavoratori extracomunitari. Arrestati dalla Finanza

In manette sono finite cinque persone di nazionalità marocchina. Quasi cinquanta gli sfruttati di cui dieci privi di permesso di soggiorno

Caporalato, sfruttavano extracomunitari. Arrestati da Finanza

Caporalato, sfruttavano extracomunitari. Arrestati da Finanza

Cesena, 9 marzo 2017 - La Guardia di Finanza ha smantellato un'organizzazione criminale dedita al caporalato, che sfruttava extracomunitari. L'operazione, chiamata 'Freedom' e condotta dalle prime ore di oggi dal Gruppo di Cesena, ha portato all'arresto di cinque persone di nazionalità marocchina. Sono ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e di impiego di persone prive di permesso di soggiorno. Risultano invece indagati a piede libero altri quattro soggetti per il reato di favoreggiamento personale per aver reso false dichiarazioni alla polizia giudiziaria per consentire agli arrestati di eludere le investigazioni in corso. I cittadini extracomunitari sfruttati, 38 privi di contratto di lavoro e dieci anche del permesso di soggiorno, venivano impiegati presso aziende agricole del Cesenate, del Ravennate e del Veronese.

Nel corso delle attività investigative, svolte anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche dei caporali, sono state documentate le condizioni di sfruttamento cui erano sottoposti i dipendenti di tre società cooperative di proprietà degli indagati che percepivano retribuzioni non in base ai contratti collettivi nazionali e territoriali o comunque sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato. In molti casi, addirittura, gli stranieri con i soldi ricevuti non riuscivano neanche a comprare il pane per potersi sfamare. Inoltre gli extracomunitari erano costretti a vivere ammassati in due abitazioni di Cesena, tra escrementi e sporcizia.

Attraverso il paravento di società cooperative costituite nel tempo, gli indagati ottenevano lavori in appalto da numerose aziende agricole locali per le quali svolgevano lavoro di facchinaggio e, più in particolare, procedevano a ingabbiare gli animali per la successiva vendita. Alcuni venivano impiegati anche per l’inoculazione di vaccini antivaiolo ad animali. A questo proposito, è stato rilevato che gli animali subivano maltrattamenti.