Carisp Cesena, archiviata un’accusa per i dirigenti

L’inchiesta sulla gestione del 2012

L’ex direttore Gentili (a destra) e il suo vice Collinucci

L’ex direttore Gentili (a destra) e il suo vice Collinucci

Cesena, 24 febbraio 2017 - Sta andando verso la definizione delle singole posizioni l’inchiesta che la Procura della Repubblica di Forlì sta conducendo da due anni e mezzo sulla gestione della Cassa di Risparmio di Cesena. Pochi giorni fa il giudice per le indagini preliminari Giorgio Di Giorgio ha accolto la richiesta del procuratore della Repubblica Sergio Sottani e della sostituta Francesca Rago di archiviazione delle posizioni dell’ex direttore generale Adriano Gentili e dell’ex vice direttore generale Dino Collinucci in relazione all’accusa di aver erogato illecitamente agli azionisti la somma di 1,9 milioni di euro a titolo di acconto sul dividendo che sarebbe stato distribuito a chiusura del bilancio 2012.

L’erogazione dell’acconto sul dividendo fu decisa il 30 novembre 2012 dal consiglio d’amministrazione sulla base della relazione semestrale al 30 giugno 2012 che si era chiusa con un utile di 11 milioni di euro, ma dopo ulteriori accantonamenti indicati dalla Banca d’Italia il bilancio finale 2012 segnò una perdita di 14,1 milioni e fu necessario ricorrere alle riserve straordinarie per coprire l’acconto già distribuito.

L’archiviazione delle posizioni di Gentili e Collinucci è motivata col fatto che la decisione sulla distribuzione dell’acconto del dividendo era di competenza esclusiva del consiglio d’amministrazione, e segue quelle dell’ex vice presidente Giovanni Bucchi, dell’ex consigliere Paolo Fabbri e dell’ex responsabile della segreteria Federico Solfrini scagionati anche dalle altre accuse.

Il capo d’imputazione per l’erogazione dell’acconto sul dividendo resta invece a carico dell’ex presidente Germano Lucchi, degli ex vice presidenti Tomaso Grassi e Atos Billi, e degli ex consiglieri Enrico Bocchini, Giovanni Maria Boldrini, Francesco Carugati, Pier Angelo Giannessi, Tino Montalti, Mario Riciputi, Bruno Santini e degli ex componenti del collegio dei sindaci Vincenzo Minzoni e Luigi Zacchini. Le indagini a loro carico sono state chiuse nel luglio scorso e a breve la procura della Repubblica dovrebbe presentare al gip la richiesta di rinvio a giudizio.

Analogo procedimento dovrebbe essere seguito per le altre due accuse messe agli indagati: false comunicazioni sociali in relazione alla valutazione come ‘ristrutturato’ anziché ‘sofferenza’ di un debito di 15 milioni di euro dell’imprenditore immobililiare Pierino Isoldi, e ostacolo agli organi di vigilanza (Banca D’Italia e Consob) per le errate comunicazioni relative al debito di Isoldi.