Caso Teverini, ricerche a Bagnarola con carotaggi, georadar e cani

Lì ai tempi della scomparsa di Manuela il marito conferiva i rifiuti dello sfalcio dell’erba

Gli scavatori e le forze dell’ordine all’opera (foto Ravaglia)

Gli scavatori e le forze dell’ordine all’opera (foto Ravaglia)

Cesena, 12 settembre 2017 - Gli scavatori si sono messi all’opera ieri alla ricerca di nuovi riscontri sul caso che si è aperto 17 anni fa con la scomparsa di Manuela Teverini. Gli investigatori della squadra mobile di Forlì sono infatti tornati nella cava di Bagnarola dove avevano effettuato un sopralluogo a inizio agosto e questa volta lo hanno fatto in forze. In mattinata nella frazione del Comune di Cesenatico si sono infatti presentate anche la polizia scientifica di Roma addetta all’utilizzo del georadar e gli uomini specializzati nell’impiego dei cani molecolari provenienti da Milano.

E’ stata individuata l’area nella quale ai tempi della scomparsa di Manuela Teverini, avvenuta il 5 aprile 2000 il marito Costante Alessandri (tornato a essere indagato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere dopo essere stato assolto dalle stesse imputazioni nel 2002) era solito conferire i rifiuti derivanti dallo sfalcio dell’erba. Le operazioni dureranno alcuni giorni. Il primo passo è stato quello di effettuare dei carotaggi con una trivella e con uno scavatore: le zone individuate verranno sondate con maggior precisione col georadar e i cani molecolari specializzati nella ricerca di resti umani. Nel pomeriggio, per un breve lasso di tempo, alle operazioni hanno assistito sia il marito Costante Alessandri che i parenti di Manuela Teverini.