Cassa di Risparmio di Cesena, chiesto il processo per gli ex vertici

Il pm vuole il processo per 13 ex amministratori e dirigenti

Germano Lucchi e Adriano Gentili

Germano Lucchi e Adriano Gentili

Cesena, 8 aprile 2017 - La Procura della Repubblica di Forlì ha chiesto il rinvio a giudizio di 13 ex amministratori e dirigenti della Cassa di Risparmio di Cesena e della stessa banca come persona giuridica a conclusione dell’inchiesta della Guardia di finanza chiusa nel luglio dell’anno scorso.

L’elenco è aperto dall’ex presidente Germano Lucchi, 79 anni, di Cesena; seguono l’ex vicepresidente Atos Billi, 85 anni, di Lugo; gli ex consiglieri Enrico Bocchini, 94 anni, di Cesena; Giovanni Maria Boldrini, 75 anni, di Rimini; Francesco Carugati, 48 anni, di Faenza; Pier Angelo Giannessi, 75 anni, di Mercato Sartaceno; Tino Montalti, 91 anni, di Cesena; Mario Riciputi, 65 anni, di Cesena; Giovanni Tampieri, 78 anni, di Faenza; gli ex membri del collegio sindacale Vincenzo Minzoni, 62 anni, di Lugo, e Luigi Zacchini, 65 anni, di Cesena; l’ex direttore generale Adriano Gentili, 70 anni, di Cesena, e l’ex vicedirettore generale Dino Collinucci, 64 anni, di Cesena.

Indagata come persona giuridica anche la Cassa di Risparmio di Cesena col suo presidente e legale rappresentante Carmine Lamanda, 75 anni, di Roma. Nell’elenco è compreso anche l’ex membro del collegio sindacale Giuseppe Spada, deceduto nel corso delle indagini.

La posizione di altri indagati nell’inchiesta – l’ex vicepresidente Tomaso Grassi e l’ex consigliere Bruno Santini – non è ancora stata definita. I reati contestati nella richiesta di rinvio a giudizio, firmata dal procuratore della Repubblica Sergio Sottani e dalla sostituta Francesca Rago sono le false comunicazioni sociali e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (Banca d’Italia e Consob).

Tutto ruota attorno al bilancio dell’esercizio 2012, approvato dal consiglio d’amministrazione il 13 aprile 2013, che avrebbe rappresentato una situazione economica e patrimoniale della banca non rispondenti al vero. In particolare i fari della Procura della Repubblica sono stati puntati sulla posizione dell’imprenditore Pierino Isoldi di Bertinoro, il cui debito era stato qualificato come ‘ristrutturato’ anziché ‘a sofferenza’ come indicavano alcuni elementi, tra i quali l’arresto (per altra vicenda) dello stesso Isoldi l’11 giugno 2012. Ciò avrebbe causato alla banca una perdita di 15 milioni di euro, non riportata nel bilancio con conseguente indicazione errata sia dell’utile che del patrimonio.

Gli indagati hanno già schierato a loro difesa una nutritissima batteria di avvocati composta da Marco Martines di Forlì, Mariano Rossetti e Luca Sirotti di Bologna, Giovanni Scudellari di Ravenna, Paolo Bontempi e Massimo Solaroli di Faenza, Manuela Orselli di Lugo, Alessandro Melchionda di Bologna.

La Procura della Repubblica di Forlì ha già individuato 135 parti offese: si tratta di risparmiatori che, attraverso le associazioni Adusbef e Codacons, hanno affidato agli avvocati Vincenzo Bellitti di Ferrara, Grazia Angelucci e Bruno Barbieri di Bologna le loro speranze di recuperare i soldi investiti in azioni Carisp e andati quasi in fumo: il valore teorico del titolo è sceso da 19 a 0,50 euro.

La data dell’udienza preliminare nella quale il giudice deciderà se rinviare a giudizio o prosciogliere gli indagati non è stata ancora fissata.