«Vaccinazioni obbligatorie a scuola»

Una petizione partita da Cesena ha raccolto già ottomila firme

Una vaccinazione (repertorio)

Una vaccinazione (repertorio)

Cesena 10 ottobre 2015 – Una mamma di Cesena ha lanciato una petizione online per richiedere vaccinazioni obbligatorie nelle strutture scolastiche e in pochi giorni ha raccolto ottomila adesioni. Il documento, sulla piattaforma change.org, è un appello al ministro della salute Beatrice Lorenzin affinché prenda provvedimenti forti dopo la recrudescenza di malattie infettive causata da un abbassamento dei tassi di vaccinazione tra i bambini in età scolastica.

L’iniziativa è nata da un drammatico caso familiare. La figlia della donna è stata infatti colpita dalla pertosse ad appena sei settimane di vita e combatte da tre mesi con la malattia. «A metà giugno - spiega - mio figlio più grande ha iniziato ad avere i primi colpi di tosse. Inizialmente non sospettavamo la pertosse, anche perché lui è vaccinato. Invece dopo 15 giorni anche la piccola ha cominciato a manifestare i primi sintomi. Siamo stati ricoverati in pediatria. Non sappiamo come mia figlia sia stata contagiata: forse il fratello maggiore che frequenta la scuola materna e che ai tempi non si era ancora sottoposto al richiamo del vaccino previsto intorno ai 5 anni o forse noi adulti che potremmo essere stati portatori , quel che è certo è che la piccolina che ancora non era entrata nella campagna vaccinazioni (che di solito si avvia al secondo mese di vita, ndr) si è ammalata».

La petizione contesta duramente le campagne delle associazioni anti-vaccini: «sono riapparse malattie che si credevano debellate, sono morti neonati e immunodepressi che non potevano usufruire della copertura vaccinale e si sono diffusi atteggiamenti irresponsabili nei confronti dei nostri figli». E chiede allo Stato d’intervenire : «Perché la loro libertà finisce dove inizia la nostra. La nostra libertà di crescere figli sani e di inserirli in comunità scolastiche sicure. Chiediamo che i vaccini diventino obbligatori per l’accesso alle strutture scolastiche come avviene in altri paesi per garantire ai nostri figli un futuro migliore».