Tratto di canale passato al setaccio: si cercano le tre cesenati scomparse

Cristina, Manuela e Milena: la polizia continua a ispezionare

Da sinistra Cristina Golinucci, Manuela Teverini e Milena Pirini Casadei

Da sinistra Cristina Golinucci, Manuela Teverini e Milena Pirini Casadei

Cesena, 12 novembre 2014 - L’acqua, scura e profonda, è come un muro che cancella la vista. Cosa c’ è là sotto, contro le grate che ostruiscono il passaggio o sul fondo di un sifone impossibile da raggiungere? Magari un corpo, o magari una traccia. Una traccia che possa ricondurre a chi non si trova più: Manuela Teverini, Milena Pirini Casadei e Cristina Golinucci, le tre donne che Cesena ha visto scomparire e mai più tornare. Le forze dell’ordine le hanno cercate ovunque, sempre senza esito, ma le ricerche di chi non torna non finiscono mai e così le foto di tre ragazze che oggi sarebbero donne sono tornate sulle scrivanie del commissariato di polizia di Cesena, che ieri ha organizzato una operazione di controllo lungo un tratto del Canale Emiliano Romagnolo. Purtroppo ancora una volta senza esito.

L’INTERVENTO, che non ha comunque comportato l’apertura di nessuna nuova indagine, era stato pianificato a lungo nei giorni scorsi (anche in collaborazione con l’associazione Penelope) e per essere portato a termine è stato necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco, della protezione civile e del consorzio di bonifica. Le operazioni sono iniziate alle otto, quando le squadre si sono ritrovate lungo il tratto compreso tra la via Calcinaro e la Cervese e sono durate quattro ore. Il canale in alcuni punti passa attraverso dei sifoni e le sue acque sono filtrate da grate: quando il livello dell’acqua è a regime, qualunque cosa può rimanere impigliata là sotto senza che nessuno se ne accorga: l’intervento di ieri mirava a fugare ogni dubbio. Per prima cosa sono state azionate quattro pompe in grado di aspirare l’acqua e travasarla altrove, in modo da prosciugare la zona soggetta ai controlli: sono state montate delle assi fissate con una serie di bulloni in modo da formare una diga e sono stati preparati anche recipienti per soccorrere eventuali pesci che attraversassero il tratto durante le operazioni. La grata fa da barriera alla forza della corrente, che sul fondo col passare degli anni aveva accumulato di tutto: compresi resti di motorini o di animali, scarpe e altri oggetti, nessuno dei quali è però risultato degno di approfondimenti. Nel tratto più basso del sifone, dove era impossibile far defluire l’ultimo strato di acqua mista a fango, sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno dragato l’area. Anche in questo caso però non è emerso niente. Tra gli intenti del commissariato c’era anche quello di verificare il funzionamento del sistema di grate, in modo da poter essere pronti a intervenire con tempestività in caso di eventuali future emergenze. Cristina Golinucci scomparve il primo settembre del 1992, Milena Pirini Casadei il 21 ottobre di due anni dopo e Manuela Teverini il cinque aprile del 2000. «Chi dimentica, cancella. Noi non cancelliamo», si legge nel sito dell’associazione Penelope. Negli uffici delle forze dell’ordine sono appese le fotografie di tre ragazze che sorridono. Le ricerche di chi non torna, non finiscono mai.

Luca Ravaglia