Cesena, degrado nella pista ciclabile dietro la stazione

Rifiuti abbandonati e perfino un giaciglio improvvisato sotto il cavalcavia

Cesena, degrado nella pista ciclabile dietro la stazione (foto Ravaglia)

Cesena, degrado nella pista ciclabile dietro la stazione (foto Ravaglia)

Cesena, 25 marzo 2017 - Il colpo d’occhio promette bene. Un prato rigoglioso e pulito avvolge le anse della pista ciclabile che si snoda sul retro della stazione ferroviaria. Sulla prima panchina sono appostati una mamma col suo bimbo, intenti a scrutare le rotaie in attesa del passaggio del primo treno. Eccolo che arriva. Lui agita le manine paffute, lei sorride divertita. Passatempo intramontabile. Poi il percorso si allunga verso il cavalcavia Kennedy e l’area del centro Montefiore. Cambia tutto. Davanti agli occhi ci sono le transenne che delimitano lo spazio nel quale sorgerà la nuova caserma dei carabinieri. I teloni sono lacerati, in terra c’è di tutto: bottiglie vuote, cartacce, fazzoletti. Passa una coppia di anziani a passeggio. 

«Questo è niente – alzano le spalle – spesso il degrado è molto peggiore. E poi è vero, qui le panchine hanno le basi in ferro ma non le sedute e chiunque voglia disfarsi di qualcosa sembra proprio che lo faccia mentre passa di qui. Ma il peggio è laggiù, dove noi abbiamo smesso di passare». Gli sguardi puntano verso il cavalcavia, nella zona in cui i piloni si abbassano, accompagnando l’arcata stradale fino al livello del terreno. Là le ombre si allungano, la pista ciclopedonale si allontana e in pochi hanno voglia di uscire dal sentiero per prendere la strada del prato, anche se è giorno, c’è il sole e in zona non si vede nessuno.

Sotto al ponte ci sono due alloggi senza porte: il pavimento è la terra, il soffitto il cemento del sovrappasso, i muri le sue colonne. I letti una serie di giacigli piegati e raggomitolati in un angolo. «Di sera qui ci vengono a dormire diverse persone senza fissa dimora. Abbiamo segnalato più volte il problema, ma non è mai stato risolto. E’ diventata una zona franca, dalla quale noi residenti abbiamo imparato a stare alla larga, per non avere problemi. Dopo il tramonto restiamo sempre sul chi vive, a controllare le recinzioni tagliate vicino ai nostri alloggi, a monitorare ogni movimento sospetto. A sperare di essere al sicuro. Al sicuro a casa nostra».