Uccise la moglie a coltellate, 30 anni di carcere

Femminicidio, il delitto compiuto in via Milani

L’omicida Rachid Rahali (foto Ravaglia)

L’omicida Rachid Rahali (foto Ravaglia)

Cesena, 21 ottobre 2016 -  Trent'anni di reclusione: è la pena che dovrà scontare Rachid Rahali, 36 anni, di origine marocchina, riconosciuto colpevole di aver ucciso la moglie Nadia Salami (anche lei di origine marocchina) con otto coltellate nella serata di domenica 25 ottobre dell’anno scorso. L’omicidio avvenne nell’appartamento dove la coppia viveva insieme ai tre figli ancora in tenera età nel complesso Ex Roverella di via Milani 35, nel centro storico di Cesena.

La sentenza di condanna è stata pronunciata ieri mattina dal giudice per l’udienza preliminare Luisa Del Bianco. Il processo, infatti, si è svolto con la formula del rito abbreviato come avevano richiesto gli avvocati difensori dell’imputato, Alessandro Monteleone di Cesena ed Emanuela Buccheri di Forlì.

Per determinare la pena il giudice ha recepito la richiesta del pubblico ministero Michela Guidi di applicare le aggravanti di aver compiuto l’omicidio con particolare crudeltà, alla presenza dei tre figli minorenni e nei confronti del coniuge, che sono state ritenute prevalenti rispetto alle attenuanti generiche che sono state comunque concesse.

Con queste premesse in un processo con rito ordinario l’imputato sarebbe stato condannato all’ergastolo, ma ha usufruito dello sconto di pena avendo scelto il rito abbreviato che semplifica le procedure. La sentenza, infatti, è arrivata a meno di un anno dall’omicidio.

RACHID RAHALI è stato condannato anche al pagamento delle spese legali delle parti civili che ammontano a circa diecimila euro oltre gli oneri accessori, e a risarcire i danni fissando una provvisionale immediatamente esecutiva: 250mila euro a testa per i tre figlioletti (di due, quattro e cinque anni, attualmente ospiti di una casa famiglia) difesi dall’avvocato Carlo Piccoli per conto del tutore, 100mila euro per la madre della vittima El Atia Khaddoui e 70mila per la sorella Aziza Salami, entrambe assistite dall’avvocato Alessandro Sintucci. L’ammontare definitivo del danno da risarcire dovrà essere definito in una successiva causa civile: la madre e la sorella avevano chiesto un milione di euro ciascuna, i tre figlioletti 600mila euro a testa.

Per capire meglio il percorso giuridico attraverso il quale il giudice Luisa Del Bianco è arrivata alla sentenza di condanna a 30 anni di reclusione, sarà necessario attendere le motivazioni, che dovrebbero essere depositate entro il termine ordinario di 15 giorni. Evidentemente non è stata ritenuta credibile la tesi difensiva di Rachid Rahali secondo la quale la moglie avrebbe minacciato di ferirsi con un coltello per poi denunciarlo per le lesioni, in modo da impedirgli di andare a giovare a calcetto con gli amici. Un evento simile era accaduto qualche anno prima, quando la coppia viveva a Brescia, e l’uomo, in un primo tempo accusato di lesioni, era poi stato assolto mentre la donna era stata condannata per calunnia.

Secondo la tesi prospettata da Rachid Rahali, la sera del 25 ottobre dell’anno scorso la lite sarebbe degenerata e l’uomo avrebbe disarmato la moglie e poi, incapace di controllarsi, l’avrebbe colpita più volte con lo stesso coltello.