Cesena, boom di furti con la chiave bulgara. "Rinforzate le serrature"

I modelli più vecchi sono duplicati facilmente dai malviventi

Le incursioni nelle abitazioni continuano senza sosta  (foto di repertorio)

Le incursioni nelle abitazioni continuano senza sosta (foto di repertorio)

Cesena, 15 ottobre 2016 - Per entrare in casa senza invito possono bastare pochi secondi. Alcuni degli ultimi furti effettuati nel comprensorio cesenate testimoniano un passo avanti nelle tecniche utilizzate dai ladri, che in alcuni casi, come è per esempio successo nei locali di corte Botticelli, per varcare l’uscio in assenza dei proprietari hanno utilizzato il metodo della chiave bulgara, che permette di aprire con facilità le serrature senza forzarle. «La chiave bulgara – spiega Giuseppe Giletto della Ferramenta di Porta Santi, centro chiavi specializzato nell’utilizzo dei sistemi anti effrazione – duplica esattamente il modello originale a doppia mappa, quello per intenderci che caratterizza i vecchi modelli di porte blindate. Ogni marca di serratura ha la sua chiave bulgara in grado di aprirla e per semplificare l’opera dei ladri su internet si trovano anche kit completi multi marca».

La risposta dei proprietari di casa può essere quella di rinforzare le difese delle loro porte, sostituendo gli attuali cilindri con quelli realizzati secondo il ‘modello europeo’, in grado di resistere anche agli attacchi della chiave bulgara. «I costi di adeguamento sono variabili – spiega Giletto - si parte da circa 400 euro e si sale a seconda dei modelli scelti. Un livello di protezione in più potrebbe per esempio essere quello di aggiungere il ‘defender’, una sorta di blindatura che viene inserita sopra la serratura. Le spese sostenute per questi interventi sono detraibili al 50% nella dichiarazione dei redditi».

Per gli amanti della tecnologia ci sono anche i sistemi elettronici che permettono l’apertura delle porte solo tramite combinazioni digitali che possono essere impostate attraverso lo smartphone o speciali telecomandi senza i quali entrano in funzione delle ulteriori sbarre che inibiscono l’apertura.

Proteggere le porte però può non bastare, soprattutto se la conformazione degli edifici consente facili accessi anche attraverso le finestre. Oltre a collocare le inferriate, si possono scegliere particolari maniglie dotate di serratura sul lato interno. Rinforzare o sostituire gli infissi rientra negli interventi legati al risparmio energetico e dunque in questo caso la percentuale di detraibilità arriva al 65%. L’intervento più economico che si può effettuare è quello relativo alla semplice sostituzione del cilindro con un modello anti spezzamento: con 70 euro si risolve il problema.

Potenziare le difese di porte e finestre causa perdite di tempo che spesso rappresentano il modo migliore per disincentivare l’azione di un ladro; il passo successivo riguarda l’installazione degli impianti di allarme. Ai tradizionali sensori volumetrici e perimetrali si è ultimamente aggiunto anche quello fumogeno: in cambio di circa mille euro vengono installati dei dispositivi che in pochi secondi riempiono il locale da proteggere con una fittissima coltre di fumo, che impedisce la visuale anche a un palmo dal naso. L’effetto dura un paio d’ore. «La tecnologia - conclude Giletto - può dare una grossa mano, ma spesso a fare la differenza sono anche i più semplici accorgimenti. Su tutti ne cito uno: sono finiti i tempi in cui uscendo di casa bastava tirarsi dietro la porta: una serratura che non ha ricevuto nemmeno un giro di chiave si apre in un amen utilizzando anche solo una lastra metallica o una carta di credito».