Caso Narducci, i tre poliziotti davanti al Gip il 14 febbraio

Nuove accuse: falso, calunnia e sequestro di persona

RIPRESE Un’immagine del controverso episodio, il fermo di Filippo Narducci da parte di tre poliziotti, che ha dato origine al caso giudiziario

RIPRESE Un’immagine del controverso episodio, il fermo di Filippo Narducci da parte di tre poliziotti, che ha dato origine al caso giudiziario

Cesena, 27 ottobre 2016  - LE MINACCIOSE nubi che si profilavano all’orizzonte dei tre poliziotti del commissariato della Polizia di Stato di Cesena già condannati a quattro mesi di reclusione ciascuno per lesioni nei confronti di Filippo Narducci stanno trasformandosi in un grosso temporale.

Nei giorni scorsi, infatti, Marco Pieri, 45 anni, Giancarlo Tizi, 49 anni, e Christian Foschi, 46 anni, tutti in servizio presso il commissariato di Cesena, hanno ricevuto dall’ufficio del Giudice per le indagini preliminari la comunicazione che il 14 febbraio del prossimo anno dovranno presentarsi davanti al giudice Giorgio Di Giorgio che dovrà decidere se accogliere la richiesta dalla Procura della Repubblica di Forli (il pubblico ministero che ha firmato la richiesta è Filippo Santangelo, con la controfirma del procuratore della Repubblica Sergio Sottani) di rinviarli a giudizio per i reati di falso ideologico e materiale, calunnia e sequestro di persona.

ANCHE questa nuova inchiesta nei confronti dei tre poliziotti è relativa a ciò che avvenne la notte del 9 aprile 2010, quando in via Zuccherificio fermarono un’auto sulla quale c’erano tre persone, una delle quali era Filippo Narducci che dopo un diverbio fu steso a terra, ammanettato e portato in commissariato dove fu trattenuto alcune ore. La richiesta di rinvio a giudizio deriva dalla sentenza della Corte d’Appello di Bologna che aveva confermato l’assoluzione di Filippo Narducci dalle accuse di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Conseguentemente ai tre poliziotti sono stati contestati i reati di falso ideologico (per le difformità tra la relazione di servizio e i filmati registrati dalle telecamere dell’area di servizio); calunnia (per aver incolpato di un reato Narducci pur sapendo che era innocente); falsa testimonianza (per le dichiarazioni rese davanti al giudice monocratico che processò e assolse Narducci), e sequestro di persona (per avere ammanettato, portato in commissariato e trattenuto Narducci benché non ce ne fosse alcun motivo).

INSIEME ai tre poliziotti dovrà comparire davanti al Gip anche Salah Ghrandi, tunisino di 37 anni che la sera dei fatti era in auto con Narducci, indagato per falsa testimonianza.

Rispetto alle fasi precedenti di questa complessa vicenda giudiziaria, i tre poliziotti hanno irrobustito il loro team difensivo: all’avvocato Riccardo Luzi sono stati affiancati gli avvocati Marco Martines di Forlì (per Marco Pieri) ed Eugenio Pini di Roma (per Tizi e Foschi). Salah invece continua a essere difeso d’ufficio dall’avvocato Giordana Pasini.

FILIPPO Narducci, parte offesa in questo procedimento, è difeso dall’avvocato Fabio Anselmo di Ferrara che il 29 ottobre a Pescara sarà insignito del Premio Paolo Borsellino per la legalità, insieme al capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, quello della Procura di Torino, Armando Spataro, e quello della Procura di Messina Guido Lo Forte. L’avvocato Anselmo è affiancato dal collega Umberto Calzolari di Cesena.