Palazzo Bratti, condanne confermate per circonvenzione del conte Guerrini

L’erede Orso Maria Guerrini ha vinto la battaglia lunga 14 anni

Palazzo Guerrini Bratti (Foto Ravaglia)

Palazzo Guerrini Bratti (Foto Ravaglia)

Cesena, 22 settembre 2017 - Fin da bambino ha amato quell’antico palazzo nobiliare di via Chiaramonti. Ora, a conclusione di un’intricata vicenda processuale durata oltre 14 anni, l’attore Orso Maria Guerrini potrà finalmente riavere la proprietà di Palazzo Bratti Guerrini appartenuto allo zio Leone Francesco Guerrini.

La corte di Cassazione ha infatti accolto la richiesta della parte civile (rappresentata dagli avvocati Davide Tassinari ed Ivan Dall’Ara del Foro di Bologna), ed ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dagli imputati Guerrino Gozzi, Alberto Golinucci e Ezio Biguzzi contro la condanna per circonvenzione dell’anziano proprietario in merito alla vendita del palazzo. È stata quindi confermata, anche agli effetti penali, senza il riconoscimento della prescrizione invocata dagli imputati, la sentenza della Corte di appello di Ancona, che, nel 2014, li aveva rispettivamente condannati alla reclusione per 2 anni e mesi 9 (Gozzi), ed 1 anno e mesi quattro per Gollinucci e Biguzzi, per questi concessi i benefici della pena sospesa. Confermata anche la condanna al risarcimento del danno a beneficio della parte civile Orso Maria Guerrini, con condanna altresì al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 150mila euro e alla refusione delle spese legali.

«Stavo facendo uno spettacolo con Catherine Spaak al Duse di Bologna – ha raccontato l’attore, nonché testimonial di una nota birra –. Alcune repliche furono annullate per una malattia dell’attrice e io ne approfittai per trascorrere qualche giorno a Cesena con mio zio. Mi raccontò della vendita del palazzo e io scoprii che i suoi conti erano a zero e aveva debiti con le banche. Registrai tutto quello che mi diceva: alla bella età di 90 anni, aveva venduto la nuda proprietà del palazzo per un miliardo e 400 milioni di lire a rate senza interessi (contro un valore di mercato di quattro miliardi). Le rate sarebbero state versate in sette anni: curioso per un novantenne...».

Guerrino Gozzi (figlio della governante di Guerrini) era l’amministratore di fiducia dell’anziano proprietario di Palazzo Bratti che versava in precarie condizioni economiche e che, volendo realizzare velocemente un affare per lasciare una rendita alla moglie, si era affidato completamente al collaboratore. Nel 2002 il conte ultranovantenne era deceduto e il caso della vendita era venuto a galla. Il cesenate era imputato per aver sottratto denaro al conte e per avere, in concorso, approfittato della fragile condizione dell’anziano per comprare la nuda proprietà di Palazzo Guerrini Bratti a meno della metà del suo valore. Gli imputati sostenevano invece di essere innocenti e di aver pagato in ‘nero’ la differenza del valore reale. Dopo un accidentato percorso processuale la Cassazione ha infine confermato le condanne per circonvenzione. «Sono soddisfatto perché è stata resa giustizia a mio zio e voglio che i cesenati sappiano che i colpevoli sono stati puniti».