Cesena, "Il terzo Natale dietro le transenne, il sindaco dovrebbe darci una medaglia"

Marco Giangrandi racconta lo stato d’animo dei commercianti

Marco Giangrandi (foto Ravaglia)

Marco Giangrandi (foto Ravaglia)

Cesena, 16 novembre 2017 - Marco Giangrandi si affaccia dalla porta del suo negozio, la Cartoleria Bettini, circondato dalle transenne che delimitano il cantiere di piazza della Libertà. I lavori si sono allargati anche fin davanti all’ingresso: per qualche giorno dovrà fare i conti con ulteriori problematiche.

«Ho letto le dichiarazioni del sindaco Paolo Lucchi che ha ammesso che per Natale la piazza non sarà pronta. E’ paradossale, l’ennesima promessa disattesa nell’ambito di un cantiere interminabile».

Resta comunque la data del 31 marzo indicata come fine lavori.

«Non ci credo. Bisognerà aspettare molto di più».

Una sua previsione?

«Giugno. Spero».

Almeno due anni e mezzo di disagi.

«Un’infinità. Nel 2015 chiedemmo all’Amministrazione di posticipare l’inizio dei lavori fissato per metà ottobre, per lasciarci un Natale in più, visto che il periodo delle festività per diverse categorie commerciali rappresenta il 60% del fatturato annuale. Ci è stato risposto di no, perché non sarebbe cambiato niente. Chi disse quelle parole cosa pensa oggi, alle porte del terzo Natale dietro le transenne?».

Tante attività hanno chiuso, lei è uno dei pochi ad aver resistito.

«Mi aspetto di ricevere una medaglia. O per lo meno una visita del sindaco. Non voglio soldi, voglio però che il primo cittadino almeno una volta entri nel mio negozio, solo per salutarmi e chiedermi come va. Lo auspico da tempo, perché nei momenti difficili fa piacere sentire la vicinanza dell’amministrazione comunale».

Come presidente del comitato Centro Anch’io ha organizzato tante manifestazioni. Erano stati appesi manifesti a lutto ed era pure stato inscenato un funerale. Operazioni legate anche a differenti colori politici rispetto a quelli della giunta?

«No, nella maniera più assoluta».

Mai pensato a un futuro come candidato sindaco?

«Faccio il commerciante, non ho mai partecipato a un’assemblea di partito. Tutto quello che ho fatto è stato provare a rilanciare il nostro centro».

Parla al passato.

«Abbiamo realizzato due analisi finanziarie a nostre spese e redatto ventisette proposte concrete. Sono state tutte respinte. E davanti a questo scenario ho alzato le braccia, prendendo atto che la disponibilità al dialogo proposta è sempre stata solo annunciata».

Non farà più nulla, dunque?

«Continuerò a organizzare eventi e fare di tutto per vedere crescere la mia città, ma la politica mi ha deluso. E’ stata creata una contrapposizione tra buoni e cattivi priva di senso. Tutti puntiamo al bene della nostra città. Sa piuttosto dove sta la vera differenza?».

Dove?

«La politica ragiona in termini di scadenze elettorali. Sono certo che da qui al 2019, data del prossimo voto amministrativo, verranno elargite tante risorse per la valorizzazione della nuova piazza. Ma poi che accadrà? Io invece ragiono nell’ottica dei prossimi vent’anni».

Come vede il futuro di piazza della Libertà?

«A forte caratterizzazione agroalimentare. Spero che possa ospitare il mercatino dei produttori agricoli che oggi si svolge in riva al Savio. Sarà uno spazio molto grande, difficile da riempire. Per il rilancio saranno fondamentali gestione e programmazione. Abbiamo tante volte parlato della figura del city manager. Chiamatelo come volete, ma è fondamentale poter contare sulla consulenza di un professionista in grado di occuparsi a 360 gradi di temi delicati ma cruciali. Dovrà fare da collegamento con l’amministrazione e, in prospettiva, allargare la sfera di influenza a tutta la città, periferie comprese».

La piazza rinascerà?

«Ho tantissima voglia di ammettere che le mie previsioni più pessimistiche erano sbagliate».