Tentato omicidio a Cesenatico, la nipote si difende / FOTO

La donna di 56 anni accusata di aver ridotto l'anziano zio in fin di vita si professa innocente: "Non sono stata io a massacrarlo"

L'abitazione in via Santarelli a Cesenatico dove Alfredo Benini è stato aggredito

L'abitazione in via Santarelli a Cesenatico dove Alfredo Benini è stato aggredito

Cesenatico (Cesena), 20 febbraio 2018 - “Non sono stata io a ridurre mio zio in quello stato, non ho responsabilità nei fatti che mi sono stati contestati”. In questi termini stamattina  si è espressa Paola Benini, la donna di 56 anni arrestata sabato scorso con l’accusa di tentato omicidio e rinchiusa in una cella del carcere di Forlì.

La donna è stata interrogata dal giudice per le indagini preliminari Giorgio Di Giorgio, il quale nei giorni scorsi aveva firmato e accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dal sostituto procuratore Sara Posa. Nel corso dell’interrogatorio, svoltosi in mattinata all’interno del tribunale di Forlì, erano presenti anche gli avvocati Flora Mattiello di Cesenatico e Francesco Pisciotti di Rimini, difensori della Benini. È un passaggio dovuto, che tecnicamente prende il nome di interrogatorio di garanzia e deve essere eseguito entro cinque giorni dall’arresto.

Da parte degli organi di giustizia non trapelano notizie e gli stessi legali rimangono abbottonati, anche in virtù del fatto che hanno avuto poco tempo per esaminare le carte. Le indagini sono tuttora in corso, ci sono numerosi aspetti da chiarire, ma dalle dichiarazioni rilasciate, Paola Benini si professa innocente ed estranea ai fatti. La 56enne è molto provata, sia emotivamente che psicologicamente, tuttavia nonostante le contraddizioni a lei contestate, è rimasta ferma sulla sua posizione di innocenza.

Paola Benini è accusata di tentato omicidio aggravato. Secondo la Procura, in base ai risultati delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Forlì-Cesena e della Compagnia di Cesenatico, è invece proprio lei la persona che lo scorso 15 ottobre ha massacrato lo zio Alfredo Benini di 87 anni, colpendolo violentemente e più volte al cranio e in pieno volto, procurando all’anziano disabile dei traumi e delle lesioni profonde sino a ridurlo in condizioni gravissime.

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La mancanza di segni di effrazione nella casa del pensionato, il relativo ordine presente all’interno della casa e soprattutto il fatto che non mancavano oggetti di valore, aveva indotto sin dai primi giorni gli investigatori a non percorrere la pista della rapina o del furto finiti male, per scavare all’interno dei rapporti familiari. Fra le persone ascoltate dai carabinieri in questi quattro mesi, Paola Benini avrebbe dato versioni contrastanti ed affermato situazioni poi verificate non vere da parte dei carabinieri. Ora gli avvocati Mattiello e Pisciotti si stanno organizzando per valutare la documentazione nel complesso e adottare la strategia difensiva.