Cesena, morta a 5 anni per una peritonite. La mamma: "Perdonami"

Il toccante ricordo della piccola Teresa durante i funerali

I funerali della piccola (foto Ravaglia)

I funerali della piccola (foto Ravaglia)

Cesena, 27 luglio 2017 - Nell'abbraccio commosso delle 150 anime che ieri mattina si sono strette attorno alla bara che ospitava il piccolo corpicino di Teresa una voce ha spezzato il silenzio: «Chiedo scusa per non essere stata una mamma completa – ha detto davanti a tutti, con gli occhi lucidi, la madre naturale della piccola che ha perso la vita a soli cinque anni a causa di una peritonite –. Ci sarà un grande vuoto nelle nostre vite». Assieme a lei, in silenzio, la madre affidataria della piccola. Entrambe spezzate da questo tragico lutto.

La chiesa del cimitero di Ponte Abbadesse, ieri mattina, era piena di gente che ci teneva ad essere lì per la piccola e per confortare le due famiglie, quella naturale e quella affidataria, unite nel dolore. Bambini come lei fianco a fianco con anziani, famiglie, amici, persone di tutte le età.

In chiesa, vicino a loro, c’era anche don Crescenzio, il cappellano del cimitero di Ponte Abbadesse, ma non ha celebrato lui il rito religioso voluto dalla madre naturale. Lo ha fatto Adamon Don Firmin, il sacerdote della parrocchia di San Domenico, che conosce bene la famiglia naturale della piccola Teresa. «E’ una storia molto triste – commenta delicatamente il parroco per rispettare il dolore delle famiglie –. La morte è uno strappo che crea dolore, svuota il cuore. Ma nell’omelia che ho fatto durante il funerale ho voluto sottolineare una grande speranza. La bimba non è caduta nel vuoto, ma nelle braccia del Padre».

Poi il parroco si ferma per un attimo, sospira e punta le pupille dritte negli occhi. «La piccola è sicuramente nella luce del Padre». Un incontro «al quale è necessario prepararsi – continua –, Teresa è abbracciata da Cristo». Le due famiglie sono strette nel dolore. Ma si danno forza, Giorgia Palazzo, la madre affidataria, infatti, nei giorni scorsi aveva già ribadito che «un dono che Teresa ci ha lasciato è il fatto che siamo due mamme che si sono sempre volute bene e che ancora si stringono per superare il dolore».

La madre, infatti, ha già più volte ribadito che «non siamo ‘due famiglie’ ma una sola che soffre e decide di farlo in silenzio e dignità». Non se la sente di parlare, ad alta voce, dell’accaduto, non lo ha fatto in chiesa. «Ci sara il momento per farlo – sono le parole di Giorgia Palazzo nella sua lettera inviata al Carlino – ci sarà il momento per dare un senso, ne sono certa». Intanto la famiglia ha creato una sottoscrizione, presso la Croce Rossa Italiana, affinché tutti coloro che possono e vogliono contribuiscano all’acquisto di una culla termica per la Terapia Intensiva Neonatale di Rimini