Terremoto, il volontario cesenate: "Qui c'è bisogno di umanità"

Loris Raggini è ad Amatrice con il gruppo di volontari dell’associazione Misericordia SPECIALE: FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Terremoto, il gruppo di volontari della Misericordia scesi ad Amatrice

Terremoto, il gruppo di volontari della Misericordia scesi ad Amatrice

Cesena, 27 agosto 2016 -  Sono tanti i cesenati accorsi nella zona del disastro per aiutare. E tra questi ci sono gli uomini dell’associazione Misericordia di Valle Savio, una delle primissime a partire per il centro Italia. Dopo alcuni giorni di intensissimo lavoro, ora i volontari stanno per concludere il montaggio del campo d’accoglienza per gli sfollati. A parlare è Loris Raggini, che insieme ad altri tre colleghi ora si trova nei dintorni di Amatrice. Oltre a loro ci sono vigili del fuoco e un gruppo di alpini cesenati.

E' il silenzio a farla da padrone oggi nelle strade che circondano Amatrice, uno dei paesi del centro Italia più colpiti dal disastroso terremoto di mercoledì scorso. "I pochi sguardi che ho incrociato erano cupi, fissi verso i palazzi devastati, increduli come se stessero aspettando che qualcuno li svegliasse da un incubo" racconta Loris Raggini. 

Perché ha deciso di partire come volontario per il centro Italia?  "Sono un volontario dell’associazione Misericordia di Valle Savio dal 2009. Nella vita di tutti i giorni faccio l’operaio a Bivio Montegelli, una frazione di Sogliano sul Rubicone, ma nel mio cuore sento il bisogno di aiutare gli altri. Ecco perché ho deciso di partire, sentivo la necessità di dare una mano". 

Quando è partito e dove si trova ora?  "Ora sono a Sant’Angelo, una frazione del comune di Amatrice, in provincia di Rieti. E’ una zona dove ancora non ci sono civili, ma solo volontari che lavorano per poterli ospitare".

Quando siete arrivati? "Mercoledì scorso insieme ad altri tre colleghi dell’associazione Misericordia. Dalle quattro di giovedì mattina abbiamo fatto una pausa alle otto di sera. Non ci siamo tolti le scarpe fino a ieri". 

Cosa state facendo lì?  "Stiamo costruendo un campo che ospiterà circa 250 persone. Finora abbiamo montato 30 tende, alcuni sanitari e impianti idrici".

 La zona dove sta lavorando dista pochi chilometri da Amatrice. Lei è stato lì? "Si, sono andato a portare alcune torri faro proprio nel centro del paese, poi sono tornato nel campo dove lavoriamo noi". 

Cosa ha visto? "In poche parole ho visto in faccia la tristezza. Le strade erano deserte perché non sono sicure, gli abitanti sono stati spostati. I palazzi cadono ancora a pezzi. A parte i vigili del fuoco e i volontari, le poche persone che ho incontrato avevano lo sguardo fisso verso le case distrutte. Non si sono neanche accorti che gli sono passato accanto, erano ancora scioccati".

 E cosa ha provato?  "La stanchezza che avevo addosso è scomparsa perché ho capito che quello che stavo facendo era realmente importante. Sono situazioni in cui, per fortuna, non ci si trova tutti i giorni. Quando succedono bisogna fare di tutto per aiutare gli altri, questa è la più grande soddisfazione dei volontari: aver costruito qualcosa per chi aveva bisogno". 

In città tante associazioni di volontariato hanno raccolto beni di prima necessità. Cosa è più urgente che arrivi giù?  "In tanti hanno dato il loro contributo, chi portando un pezzo di pane, chi qualche confezione d’acqua e chi una spesa più ricca. Questo è un bel segno, significa che la gente si aiuta tanto. Di alimenti e vestiti ne sono arrivati parecchi e continuano a farlo. Secondo me in questo momento c’è più bisogno di persone che offrono il loro conforto agli abitanti di qui. Non per forza psicologi, ma anche persone comuni che gli stanno vicino e cercano di tirargli su il morale, o che passano qualche ora a giocare con i bambini. Qua c’è bisogno di umanità".