Mercoledì 24 Aprile 2024

Trentenne aggredita e violentata, arrestato un giovane albanese

E’ accaduto in un parcheggio in disuso della zona Montefiore

Cesena, i carabinieri vicino alla zona dell’accaduto (Foto Ravaglia)

Cesena, i carabinieri vicino alla zona dell’accaduto (Foto Ravaglia)

Cesena, 14 dicembre 2014 - Il parcheggio nei pressi del cavalcavia è in disuso, è sera e la zona è deserta. Nessuno sente le grida, nessuno vede una donna buttata a terra, che viene prima spogliata e poi violentata. Nessuno può intervenire per aiutarla. Così lei è costretta a subire la furia di un uomo che nemmeno conosce. Alla fine, quando lui se ne va, lei resta sola e sotto shock, ma trova comunque la forza di telefonare al marito, che avvisa immediatamente i carabinieri. I militari indagano, ricostruiscono gli spostamenti, consultano le immagini delle telecamere della zona e individuano il presunto responsabile, che la vittima identifica senza esitazioni. Così scatta l’arresto. I fatti risalgono a un mese fa, la sera del tredici novembre.

Sono circa le 23 quando una 32enne di origini straniere ma da tempo residente in città esce dal sottopasso della stazione in zona Vigne. E’ in bici e sta pedalando verso casa. In quel tratto incontra un albanese di 21 anni, disoccupato e incensurato, che tenta un approccio, al quale lei non reagisce. Lui la prende male e le strappa la borsa dal cestino. La donna a quel punto lo insegue, determinata a riprendersi ciò che è suo e lo raggiunge nell’area del Montefiore, nei pressi di un parcheggio in disuso. I due discutono e immediatamente nasce una colluttazione nel corso della quale la 32enne finisce a terra, con l’altro che la strattona, arrivando anche a stringerle la sciarpa intorno al collo, prima di sfilarle una gamba dai pantaloni e violentarla.

Al termine dell’atto sessuale, il giovane albanese si dilegua e la donna ne approfitta per chiedere aiuto: prende il telefono cellulare e racconta tutto al marito il quale a sua volta denuncia il fatto ai carabinieri. La vittima intanto si reca al pronto soccorso dell’ospedale Bufalini per sottoporsi a cure e accertamenti: le lesioni subite vengono giudicate guaribili in venti giorni. Intanto gli uomini dell’Arma iniziano le indagini, ascoltando la testimonianza della signora e ricostruendone gli spostamenti in bicicletta. La zona dove si sono svolti i fatti è monitorata da diverse telecamere, a partire da quelle installate proprio intorno al sottopasso ferroviario.

E’ lì che vengono isolate per la prima volta le immagini relative al presunto responsabile, che poi nel giro di poco tempo viene inquadrato dagli occhi elettronici di altri sistemi di video sorveglianza, in questo caso privati, installati a protezione del perimetro di alcune aziende della zona. Il percorso coincide, il volto pure, così gli investigatori convocano la vittima e le sottopongono le immagini delle quali dispongono: il riconoscimento è immediato e senza esitazioni. A questo punto, su disposizione del pubblico ministero Filippo Santangelo, è scattato il provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti del 21enne albanese: l’arresto, avvenuto nella giornata di giovedì con le imputazioni di violenza sessuale e rapina, è già stato convalidato. L’accusato ha ammesso di aver consumato un rapporto con la donna, asserendo però che lei era stata consenziente.