E45, cinque indagati dell’Anas per le buche

E' l’esito della perizia chiesta dalla Procura. "Strada pericolosa attentato alla sicurezza"

Lavori per coprire le buche sulla E45

Lavori per coprire le buche sulla E45

Forlì, 8 febbraio 2016 - Cinque tra dirigenti e operativi dell’Anas indagati per la strada più martoriata dalle buche, la E45. La procura di Forlì ha notificato a loro l’avviso di fine indagini: si tratta di Michele Adiletta, fino all’ottobre 2015 direttore centrale di Anas (si occupava di esercizio e coordinamento del territorio) e oggi amministratore delegato della Concessioni autostradali venete spa; del vicedirettore Bruno Brunelletti; e di tre figure tecniche dell’Anas regionale, Pietro Gualandi, Enrico Benini e Marco Malavasi. L’inchiesta aperta del procuratore Sergio Sottani elenca 23 incidenti avvenuti dal 2010 al 2014 che sarebbero imputabili a lavori non effettuati secondo le regole; 153 i veicoli danneggiati. Il reato ipotizzato è ‘attentato alla sicurezza dei trasporti’, che vede ancora indagati 22 professionisti in qualità di rappresentanti di 16 aziende (dalle province di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Bologna, Modena, Arezzo, Rovigo, Ferrara, Terni, Latina, Caserta e Palermo).

Ma per la Procura l’ottica è cambiata, dopo l’esito di una perizia richiesta dallo stesso Sottani. Siamo a una svolta. In sostanza, secondo fonti vicine agli investigatori, sarebbero da imputare all’Anas la scarsa qualità dei lavori, i continui rattoppi sull’asfalto, le buche, in sintesi quel manto d’asfalto che fa dell’E45 una strada pericolosa.

Il problema non sarebbe, come ipotizzato all’inizio, nella qualità dei lavori appaltati, ma negli stessi capitolati di gara. Per questo le indagini hanno puntato con un’accelerazione soprattutto sul versante Anas, mentre la posizione delle aziende non è ancora definita e, stando a quanto filtra da ambienti investigativi, potrebbe essere anche archiviata. In sostanza, ha preso corpo negli ultimi mesi l’ipotesi che avessero fatto semplicemente il proprio lavoro. Con materiali scadenti, sì, ma non scelti da loro. Il problema, secondo gli inquirenti, sarebbe a monte. A livello decisionale. Ora il fascicolo sarà destinato ad arricchirsi nei prossimi passaggi: i cinque indagati dell’Anas hanno venti giorni di tempo per prendere visione della perizia su cui si basa l’accusa, chiedere di essere sentiti o produrre documentazione a propria difesa. Soltanto dopo potrà arrivare la richiesta di rinvio a giudizio. E solo allora sarà ripresa in esame la posizione degli altri 22 indagati.

Dall'Anas filtra «stupore» e «disponibilità a collaborare con la magistratura». Dal punto di vista dell’azienda, sono state utilizzate tutte le risorse possibili, che negli ultimi anni non sono state copiose, e in caso di necessità l’E45 è stata chiusa proprio per lavori di manutenzione e messa in sicurezza. Una lotta contro le buche che, dopo decenni, non è ancora stata vinta.