Carisp, annullato il sequestro di 1,9 milioni

Il Tribunale del riesame ha accolto il ricorso. Conti liberi per gli ex amministratori

La Guardia di finanza davanti alla Carisp

La Guardia di finanza davanti alla Carisp

Cesena, 13 settembre 2016 - Dopo tre giorni di attesa, ieri mattina il giudice Giorgio Di Giorgio, presidente del collegio del Tribunale del riesame di Forlì, ha depositato la decisione con la quale accoglie il ricorso presentato dagli ex amministratori e sindaci della Cassa di Risparmio di Cesena contro il sequestro di 1,9 milioni di euro dai conti personali di undici di loro.

Il ricorso era stato discusso venerdì scorso, ma la decisione è stata resa nota solo ieri: è stato annullato il decreto di sequestro e ordinata la restituzione agli aventi diritto delle somme sequestrate. Per conoscere le motivazioni che stanno alla base della decisione del Tribunale del riesame sarà necessario attendere un mese, poiché i giudici si sono presi trenta giorni di tempo per depositarle.

Ieri pomeriggio i militari della guardia di finanza di Cesena hanno notificato il provvedimento alla direzione della Cassa di Risparmio di Cesena, presso la quale erano stati eseguiti i sequestri che riguardavano sedici conti correnti intestati a otto ex amministratori (Atos Billi, Enrico Bocchini, Giovanni Boldrini, Pier Angelo Giannessi, Tomaso Grassi, Tino Montalti, Giovanni Tampieri e Bruno Santini) e tre ex sindaci revisori (Vincenzo Minzoni, Giuseppe Spada e Luigi Zacchini), difesi da un team di avvocati formato da Martines di Forlì, Rossetti, Sirotti e D’Apote di Bologna, Scudellari, Bontempi e Orselli di Ravenna.

Il provvedimento di sequestro riguardava somme comprese tra centomila e seicentomila euro a testa per un ammontare complessivo di un milione e 900mila euro. Per riottenere materialmente la disponibilità del denaro, però, gli interessati dovranno attendere qualche tempo poiché le somme non sono state depositate, come accadeva fino a qualche anno fa, in un libretto di risparmio infruttifero intestato al Tribunale che poteva essere sbloccato in poco tempo, ma sono state depositate presso il Fondo unico di giustizia che è gestito dal Ministero della Giustizia e ha tempi burocratici più lunghi.

Il sequestro era stato disposto dal giudice per le indagini preliminari Camillo Poillucci su richiesta della Procura della Repubblica di Forlì nell’ambito dell’inchiesta condotta dal procuratore Sergio Sottani e dalla sostituta Francesca Rago sulla gestione della Cassa di Risparmio di Cesena. Ci sono 17 persone indagate (ex amministratori, sindaci e dirigenti) per i reati di false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza della Banca d’Italia e della Consob, e illecita ripartizione di utili. Le indagini preliminari sono state chiuse dalla Procura della Repubblica che a breve dovrebbe procedere con le richieste di rinvio a giudizio.

Nello specifico, l’ipotesi di reato riguardante l’illecita ripartizione di utili riguardava un acconto sul dividendo distribuito alla fine del 2012 sulla base di una bilancio semestrale positivo. Poi la Banca d’Italia dispose maggiori accantonamenti a garanzia dei credirti deteriorati e il bilancio chiuse in perdita. La stessa Banca d’Italia poi archiviò il procedimento sanzionatorio che aveva avviato, accogliendo le giustificazioni fornite dai diretti interessati.