Carisp, ha gettato la spugna la presidente Catia Tomasetti

Insieme a lei si dimette l’intero consiglio d’amministrazione

Catia Tomasetti, avvocato di origine riminese ma romana d’adozione, è anche presidente di Acea, multiutility di Roma

Catia Tomasetti, avvocato di origine riminese ma romana d’adozione, è anche presidente di Acea, multiutility di Roma

Cesena, 27 settembre 2016 - Come il Resto del Carlino aveva annunciato domenica scorsa, alla Cassa di Risparmio è arrivato il nuovo ribaltone: si è dimessa la presidente Catia Tomasetti, che era stata eletta meno di otto mesi fa, e a stretto giro di posta dovrebbero arrivare le dimissioni del vicepresidente Carlo Comandini e dei consiglieri Giuseppe Boccuzzi, Bruno Bossina, Maurizio Brunelli, Francesco Caputo Nassetti, Fabrizio Ceccarelli, Lorenzo Frediani e Giorgio Guerra.

A deteminare le dimissioni è stata la volontà di nominare direttamente gli amministratori da parte dello ‘Schema volontario’ del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che ha effettuato un aumento di capitale da 280 milioni di euro acquisendo 560 milioni di nuove azioni al prezzo di 0,50 euro ciascuna, e quindi ora controlla il 93,5 per cento delle azioni.

La prossima mossa sarà la rapida convocazione di due assemblee dei soci: una ordinaria per la nomina del nuovo consiglio d’amministrazione, e una straordinaria per effettuare alcune variazioni dello statuto sociale, tra le quali l’introduzione della figura dell’amministratore delegato, attualmente non prevista. Appare scontata la nomina a questa carica di Guido Bossina, chiamato il 15 luglio su indicazione del Fondo a ricoprire la carica di direttore generale al posto di Dario Mancini.

Per quel che riguarda il nuovo consiglio d’amministrazione si prevede una riduzione dei componenti, il che dovrebbe comportare anche un’auspicabile riduzione dei costi, dagli attuali nove a cinque o sette. Scontata la conferma di Bruno Bossina, che ormai sembra destinato a essere il perno della nuova Carisp, e probabile quella di Giuseppe Boccuzzi. E’ probabile che il territorio sia rappresentato nel consiglio d’amministrazione da un imprenditore scelto tra coloro che non hanno avuto ruoli nelle recenti vicende della Carisp.

Per la differenza il nome che si sente fare con maggiore frequenza è quello di Carmine Lamanda, 75 anni, originario di Salerno, un passato di rilievo in Banca d’Italia, poi in Banca di Roma e in Capitalia come direttore generale, e un più recente ruolo di assessore al Bilancio nella giunta di Roma Capitale guidata da Gianni Alemanno che gli ha fruttato (insieme a tutti gli altri assessori) un avviso di garanzia per abuso d’ufficio e falso in relazione al rilascio del permesso per realizzare un megastore in un palazzo storico. Per questa vicenda la Procura della Repubblica di Roma ha chiuso le indagini preliminari e a breve potrebbe chiedere il rinvio a giudizio di Lamanda e degli altri assessori (l’ex sindaco Alemanno non è indagato).

Con queste nomine la Cassa di Risparmio dovrebbe finalmente trovare un assetto stabile, condizione fondamentale per tornare a svolgere il ruolo di principale istituto di credito del territorio cesenate, anche se per i 13.200 azionisti non sarà facile mettere da parte le recriminazioni per la fortissima perdita di valore delle azioni, da 14-19 euro a 50 centesimi.