Cesena, la culla dei surgelati. Orogel festeggia i suoi 50 anni

Tutto prese le mosse da una piccola cooperativa nel ’67 con prodotti futuribili. Il successo delle verdure surgelate e l’innovazione tecnologica

Bruno Piraccini, a.d. di Orogel (Ravaglia)

Bruno Piraccini, a.d. di Orogel (Ravaglia)

Cesena, 19 giugno 2017 - Dice tutto il nome di quella prima cooperativa nata a Cesena l’1 giugno 1967: Cooperativa Agricola Produttori Ortofrutticoli. Erano in undici i fondatori e tra loro quello che in questo mezzo secolo ha incarnato più di tutto lo spirito tradizionale e allo stesso tempo innovativo di Orogel: l’amministratore delegato Bruno Piraccini. «Non immaginavamo certo che saremmo arrivati così lontano», ammette oggi Piraccini.

Cinquant’anni dopo dal seme di quella piccola cooperativa è sbocciato un consorzio con un fatturato aggregato di 633 milioni di euro, 1.517 soci, 3.167 dipendenti in tre centri principali (Cesena, Ficarolo e Policoro), da quest’anno la prima azienda italiana nel settore dei vegetali surgelati freschi. Alla base del decollo imprenditoriale di Orogel, già dai primi anni, c’era la propensione all’innovazione e la capacità di intercettare i cambiamenti delle abitudini alimentari degli italiani. I surgelati, da prodotto ‘futuribile’ collegato alle tecnologie per lo sviluppo degli alimenti degli astronauti, già a metà degli anni Settanta diventavano uno spicchio crescente della spesa dellemassaie.

Nel 1976, a pochi mesi dalla realizzazione del primo grande impianto di surgelazione cesenate, i prodotti Orogel (la società di produzione, vendita e distribuzione dei prodotti surgelati nata dal Consorzio Fruttadoro, a sua volta evoluzione del primo gruppo di cooperative associate) cominciano ad essere distribuiti in grosse buste ai grossisti. Nei primi anni Ottanta il marchio fa la sua comparsa sul mercato del consumo familiare. Ed è subito un successo di vendite. I capisaldi dell’espansione commerciale di Orogel sono lo spinacio surgelato a forma di cubo, il primominestrone ‘salutista’ e infine ‘Verdurì’, il primo gran passato di verdure in gocce che diventa in breve tempo il piatto pronto surgelato più venduto in Italia.

Collegamenti con la ricerca, l’Università, le scuole di cucina e l’attenzione alle tendenze emergenti del mercato portano Orogel a conquistare sempre nuovi spazi. E anche dal punto di vista produttivo nel centro aziendale di Pievesestina di Cesena l’espansione è continua. Vengono inoltre ulteriormente sviluppate le politiche ambientali ed ecosostenibili con la messa a regime di impianti di cogenerazione, di produzione di energia alternativa, di risparmio energetico e di riutilizzo dei prodotti di scarto delle lavorazioni.

Orogel continua crescere con un piano investimenti per il triennio 2016-2018 di 100 milioni di euro. Di questi, 35 milioni serviranno per il nuovo sito produttivo di Cesena; 15 milioni andranno al potenziamento degli impianti con innovazione tecnologica per la surgelazione degli ortaggi; 13 milioni per realizzazione di un nuovo sistema di alimentazione a temperatura controllata per accogliere e avviare immediatamente gli ortaggi freschi in arrivo dalla campagna nella linea di surgelazione; 17 milioni per il potenziamento dello stabilimento di Policoro e 8 milioni per miglioramento dello stabilimento di Ficarolo.

«In questo quadro positivo – afferma l’amministratore delegato Bruno Piraccini – tutto il Gruppo è attento alle grandi trasformazioni in atto nel contesto economico a livello globale. Riteniamo che ogni sforzo debba essere messo in conto per intercettare il nuovo che avanza e per dare continuità e sostenibilità alle attività economiche e sociali del nostro Paese. Proprio in quest’ottica, abbiamo deciso di farci fare al territorio da cui proveniamo un regalo per il nostro 50° compleanno. Si tratta della Fondazione F.OR, Fruttadoro Orogel che, nata lo scorso gennaio, attraverso un contributo di circa 5% (1 milione di euro) degli utili del Gruppo ha lo scopo di sostenere iniziative culturali e di volontariato sociale. Contemporaneamente Orogel incrementa le politiche di welfare interno con iniziative quali il social housing, i buoni spesa per prodotti alimentari e per l’acquisto di libri scolastici e l’erogazione di prestiti senza interessi. I dipendenti godono poi di premi di produzione collegati ai risultati aziendali così come previsto per i produttori agricoli associati».