Bisce, topi, erbacce e degrado devastano l’area archeologica

Il nostro viaggio sul colle Garampo. Esplode la protesta dei residenti

Degrado nell'area archeologica

Degrado nell'area archeologica

Cesena, 26 agosto 2015 - L'erba alta e l’incuria regnano incontrastati sul colle Garampo alla cui sommità sorge la Rocca Malatestiana. Là, nel cuore più antico, ma fortemente antropizzato della città, dove secondo un progetto comunale ormai risalente ad una ventina d’anni fa sarebbe dovuto sorgere un parco archeologico, la vegetazione spontanea ha preso il sopravvento e ricoperto i rinvenimenti di antichi insediamenti che richiamavano, per visite guidate tante scolaresche e semplici cittadini.

Oggi i residenti nelle case che insistono sull’area incolta, e che accolgono la cronista con insperata disponibilità aprendo le porte di casa perché vediamo con i nostri occhi la situazione, lamentano la presenza di topi, bisce e la proliferazione di insetti, specie zanzare.

«Siamo vicini di casa del Comune - afferma sconsolata Alda Maccherozzi la cui abitazione in via Fattiboni s’affaccia sull’ex campo di scavo -. Per alcuni anni e fino al 2012, quando era regolare la presenza degli archeologi e probabilmente di materiale di pregio, il sito era illuminato nelle ore notturne e il taglio dell’erba era assiduo. Poi la luce è sparita e la cura del campo si limita ad una tosatura, insufficiente, una o due volte l’anno. Mi è stata diagnosticata una dermatite causata da punture d’insetto. Le lettere che con altri residenti di via Fattiboni e Malatesta Novello abbiamo inviato al sindaco, nelle quali chiedevano una maggiore attenzione alla zona, sono rimaste lettera morta».

«I rinvenimenti di reperti di interesse archeologico sul Garampo risalgono al 1993 – rammenta l’ingegner Lidio Mancini, proprietario dell’area venduta al Comune che intendeva realizzarvi un parcheggio_. Si trattava di tracce di quartieri abitativi in acciottolato e mattoni ma anche di vasellame di varie epoche».

Mancini avrebbe dovuto essere uno dei progettisti dell’opera realizzata dalla Trevi che prevedeva un posteggio meccanizzato interrato e un giardino a raso.

Ma la Sovrintendenza richiese l’effettuazione di sopralluoghi e sondaggi che portarono a individuare vasti tratti, com’era prevedibile, dell’insediamento medievale ma anche di scoprire una stratificazione di materiali databili dal periodo bizantino all’età pre romana fino alla seconda età del ferro. Probabili tracce della prima acropoli cesenate. 

Il Comune rinunciò all’idea del parcheggio e gli scavi restarono fino al 2005 quando riprese la campagna archeologica, avviata in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, sotto la direzione scientifica di Sauro Gelichi e di Luigi Malnati. Nell’aprile 2007 furono relatori di una conferenza sul ‘Colle Garampo e gli scavi archeologici a Cesena’ che prevedeva l’esposizione di pannelli illustrativi sul ‘Progetto Garampo’ e sulle campagne di scavo fino a quel momento compiute. In tale circostanza il sindaco di allora, Giordano Conti, dichiarò che con l’esplorazione di quell’area si sarebbe approfondita la conoscenza di una delle zone strategiche per la storia della nostra città che nel Garampo collocava la culla di Cesena. Ora l’area è recintata e chiusa da un cancello, gli scavi sono ricoperti di terra e teli di nylon e sono a stento individuabili grazie a transenne metalliche a strisce bianche e rosse disseminate tra gli arbusti. Gli abitanti di condomini e case che s’affacciano sul colle, dalle finestre e dai balconi si ‘godono’ loro malgrado un pezzo di giungla in pieno centro storico e, alcuni di loro, pleonasticamente si domandano se non sarebbe meglio che l’Amministrazione comunale si concentrasse sul recupero di quell’area creando lì un giardino o un museo a cielo aperto piuttosto che volerlo ricavare nel parcheggio di piazza della Libertà.