Degrado al Cup di corso Cavour. Siringhe, sangue e paura

I bagni della sede Ausl sono diventati rifugio di tossici e sbandati

Cesena, siringe nella sede Ausl (Foto Ravaglia)

Cesena, siringe nella sede Ausl (Foto Ravaglia)

Cesena, 14 febbraio 2016 - Sangue. Tanto sangue, sangue dappertutto, sui fazzoletti di carta stropicciati, sul lavandino, davanti al water. E in mezzo, cartoni di vino vuoti e siringhe usate, gettate a terra con l’ago ancora scoperto. Scene di degrado da estrema periferia di una grande città? No, panorama quasi all’ordine del giorno per chi entra in uno dei bagni della sede dell’Ausl (l’ex Saub) in corso Cavour. Ed è stato proprio il personale che si occupa della pulizia dell’area che venerdì sera, esasperato, ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine: «Non ne possiamo più - è lo sfogo di chi è costretto a districarsi tra le maglie di una situazione difficilissima – I problemi sono sempre più frequenti e anzi noi stessi spesso ci troviamo coinvolti direttamente in situazioni di forte tensione».

Il pomeriggio sta diventando sera e i locali di corso Cavour sono vuoti e silenziosi. Di giorno gli sportelli aperti al pubblico offrono servizi di vario genere, dalle visite alle prenotazioni e agli adempimenti amministrativi. La porta d’ingresso si affaccia sul grande atrio che funge anche da sala d’attesa: si ritira il biglietto, si scrutano i monitor e si aspetta il proprio turno in una delle sedie disposte a file. Oltre, dopo il corridoio, ci sono i bagni. Bagni pubblici, al servizio degli utenti della struttura sanitaria, ma non solo. «Purtroppo a volte dietro alle porte dei servizi igienici si chiude chi vuole allontanarsi dagli sguardi della città per poi estrarre da tasche e sportine alcolici e siringhe. Il risultato è uno scempio col quale siamo costretti a fare i conti noi che ci occupiamo delle pulizie e i normali utenti dell’Ausl che di certo non meritano di trovarsi i servizi sporchi da residui di sangue, vino o quant’altro».

L’ultimo ritrovamento, quello che ha spinto gli operatori a segnalare con maggiore fermezza il problema, è la punta di un iceberg ben più grande. «Situazioni come queste purtroppo non sono un’eccezione. E non parliamo solo di quello che troviamo abbandonato, ma anche del trattamento che riceviamo dalle persone responsabili di tali gesti. Insulti e reazioni veementi che a volte spaventano». Una donna in particolare lamenta di essere stata intimidita al punto di non avere il coraggio di uscire da sola alla sera, terminati i lavori all’interno dei locali: «Temo che possano aspettarmi per farmi pagare il mio comportamento non accondiscendente nei loro confronti. L’altro giorno per esempio ho visto una donna entrare in un bagno e ho bloccato un uomo che voleva seguirla. Quando lei è uscita, in terra ho trovato un mucchio di fazzoletti sporchi di sangue e lo stesso mi capita ogni volta che mentre cerco di pulire mi imbatto in una porta chiusa troppo a lungo. Mi preoccupo, chiedo se qualcuno ha bisogno di aiuto e di rimando piovono gli improperi. L’apice del degrado è al piano terra, ma anche i bagni al livello superiore non sono esenti da problemi. Una situazione così non può andare avanti, servono più controlli e maggiore sicurezza, nell’interesse di tutti».