"Ridurremo la presenza nella Cassa cercando nuove alleanze e servizi"

Bruno Piraccini è stato confermato presidente della Fondazione Carisp

Bruno Piraccini (foto Ravaglia)

Bruno Piraccini (foto Ravaglia)

Cesena, 22 maggio 2015 - Con la nomina di Guido Pedrelli a vice presidente, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena ha completato il rinnovo dei propri organi direttivi. Si tratta di una organizzazione complessa poiché prevede, partendo dal basso: l’assemblea dei soci formata da 131 persone o enti che restano in carica dieci anni e sono rinnovabili per altri dieci (quelli nominati prima del 1992, quando ci fu la riforma delle casse di risparmio, sono soci a vita); il consiglio generale formato da venti membri con compito di indirizzo; il consiglio d’amministrazione formato da otto persone, e il presidente. Per garantire la continuità dell’attività della Fondazione, le scadenze del consiglio generale e del consiglio d’amministrazione (restano in carica quattro anni) sono sfalsate di due anni, mentre il presidente viene eletto insieme al consiglio d’amministrazione.

Bruno Piraccini è stato confermato presidente della Fondazione Carisp; per lui saranno quattro anni molto impegnativi su almeno due fronti: la carenza di risorse causata dalla mancata distribuzione di dividendo da parte della Cassa di Risparmio di Cesena, nella quale la Fondazione ha concentrato la maggior parte del suo patrimonio, e la necessità, imposta anche da un protocollo siglato dall’Acri, Associazione delle Casse di Risparmio Italiane, di diversificare gli investimenti riducendo sotto al 33% quello su una sola banca.

Partiamo da quest’ultimo argomento.

«Siamo ben consapevoli dell’esigenza di diversificare i nostri investimenti - dice Bruno Piraccini -, tanto che abbiamo conferito da tempo un incarico alla banca d’affari Rothschild l’incarico di cercare istituti bancari disposti ad aggregazioni strategiche o collaborazioni. Non abbiamo solo l’obiettivo di ridurre la nostra partecipazione in Carisp, ma di arricchire la banca con alleanze e nuovi servizi finanziari. Entro fine anno dovremmo avere i primi risultati».

Si parla di una trattativa con la banca francese Credit Agricole...

«Le manifestazioni d’interesse per una quota di capitale della Cassa di Risparmio di Cesena sono molteplici da parte di investitori italiani e stranieri, ma non è il momento di fare nomi. La situazione è molto fluida, anche a causa della situazione economica e delle frequenti variazioni della normativa europea».

In che senso?

«È in corso una profonda trasformazione che riguarderà le banche popolari e anche le banche di credito cooperativo. Inoltre c’è incertezza sugli indici di patrimonializzazione che saranno richiesti in futuro. Certe decisioni non vanno prese in fretta e a cuor leggero».

Da decenni si parla della creazione di un sistema romagnolo delle casse di risparmio. A che punto siamo?

«In passato poteva avere un senso, ma ha sempre prevalso la logica dei campanili. Oggi non c’è interesse a un discorso di questo genere, ma per il futuro, se le condizioni mutassero...».

I prossimi quattro anni della Fondazione Carisp si annunciano difficili a causa delle risorse che si riducono mentre le esigenze di sostegno aumentano.

«È vero, nonostante qualche segnale incoraggiante, la crisi economica continua a mordere anche nel nostro territorio e le esigenze di intervento sono in aumento. La Fondazione deve fare i conti con le risorse disponibili, dovremo utilizzare fondi accantonati negli anni scorsi e cercare di stare un po’ sotto il budget di 1,2 milioni per le erogazioni, dando continuità alle linee seguite negli ultimi anni. Ma sul fronte della solidarietà saranno attivate azioni aggiuntive attraverso la Fondazione Romagna Solidale, mentre sul fronte dello sviluppo economico sta iniziando l’attività operativa Sir, Sviluppo Imprese Romagna, che ha 1,150 milioni di euro da investire. Quindi privilegeremo gli interventi a sostegno dei più bisognosi e per lo sviluppo del territorio, ma senza ‘lasciare a piedi’ cultura, salute, istruzione e ricerca. Speriamo che la contrazione delle risorse sia limitata a quest’anno e di poter aumentare la disponibilità nei prossimi anni».