Salcini trasferisce tutto a Forlì: "Cinque anni persi per il Comune"

Ai dipendenti sarà garantito il posto, ma subiranno disagi

Gianluca Salcini mostra una cassetta riutilizzabile per l’ortofrutta della Ifco

Gianluca Salcini mostra una cassetta riutilizzabile per l’ortofrutta della Ifco

Forlì, 17 giugno 2015 -  Sono già iniziati a Forlì, in una zona adiacente al casello autostradale, di fianco al centro logistico della Coop, i lavori di sistemazione del terreno per la realizzazione del nuovo stabilimento del gruppo di aziende che fanno capo a Gianluca Salcini, giovane e dinamico imprenditore che opera nel settore dei servizi al commercio dell’ortofrutta. In particolare ha l’esclusiva per l’Italia per il ritiro, il lavaggio e la riconsegna delle cassette in plastica riutilizzabili della Ifco, azienda tedesca presente in quasi tutti i paesi del mondo.

Attualmente le aziende del gruppo Salcini sono ubicate in cinque diversi stabilimenti che si trovano in diversi punti del territorio comunale di Cesena: l’insediamento principale è in via della Cooperazione, dove c’è l’impianto di lavaggio, gli altri sono al Centro Coming, due in via Cerchia di Martorano e uno in via Tortona, dove nel 2001 nacque la Jolly Service.

«Sono cesenate – afferma Salcini – e avrei voluto realizzare il progetto di unificare le sedi dell’azienda in un terreno di proprietà della mia famiglia a Torre del Moro, in un’area adiacente ad altre zone con destinazione produttiva, ma la mia domanda di variante al Piano Regolatore è stata respinta dopo che per cinque anni, da quando depositai il progetto, i vertici dell’Amministrazione comunale mi avevano incoraggiato ad andare avanti».

Il Consiglio comunale ha respinto la sua domanda, ma contemporaneamente ha accolto quella di un’altra azienda che opera nel settore dell’ortofrutta...

«Sì, secondo me le caratteristiche dei due progetti erano analoghe, ma nei confronti della mia area ci sono state proteste da parte di un comitato dietro il quale c’erano sicuramente particolari interessi di abitanti della zona. Comitati su altre situazioni non ne ho sentito».

E quindi ha deciso di abbandonare Cesena.

«Un’Amministrazione non può dire sì a un progetto in un primo momento, e poi che va bene però occorrono cose che noi abbiamo accettato di fare, e infine, dopo cinque anni, dire che non si può fare nulla. Tanto valeva dirlo subito. Un Comune deve essere chiaro e non far perdere tempo. Così non si aiutano le imprese, l’occupazione, l’economia».

Quanti soldi investirà a Forlì?

«Circa 13 milioni di euro, ma non rappresentano un peso poiché le rate del mutuo saranno coperte dai 900mila euro all’anno che oggi pago per l’affitto degli immobili».

Lei ha appena compiuto una ristrutturazione societaria mettendo in liquidazione la Jolly Service e ha costituito una holding che controlla le società operative, dando alle varie società nomi di stelle o costellazioni. Perché?

«Le nostre attività, che non si limitano solo alla movimentazione e al lavaggio delle cassette riutilizzabili per l’ortofrutta, stanno attraversando una fase di forte sviluppo e serviva una diversa architettura societaria. Da bambino mi piaceva guardare il cielo di notte e sognavo le stelle, per cui ho chiamato Aldebaran la holding di famiglia, Algol e Tabit due delle società operative».

A quante persone dà lavoro?

«Circa 180, tra impiegati e operai, e non ho mai ritardato di un giorno il pagamento degli stipendi. Poi ci sono 140 aziende di autotrasporto che lavorano per noi con circa 200 mezzi».

Con la ristrutturazione societaria e il trasferimento dell’azienda, che ne sarà dei suoi dipendenti di Cesena?

«Se vorranno seguirmi a Forlì – conclude Gianluca Salcini – manterranno il posto di lavoro. Ovviamente dovranno affrontare qualche disagio per la distanza, ma nessuno potrà farmene una colpa».