Ippodromo, partenza col brivido: pista sgomberata dagli agenti

Protesta inscenata da alcuni sostenitori dello sciopero contro il Governo

Gli agenti fermano i manifestanti all’ippodromo

Gli agenti fermano i manifestanti all’ippodromo

Cesena, 29 giugno 2015 - Respinto al mittente energicamente e con decisione dalle forze dell’ordine, così è rimasto solo un tentativo il ‘sit in’ di protesta di un centinaio di operatori dell’ippica che sabato sera aveva un obiettivo dichiarato e di risonanza nazionale: fare saltare la riunione d’apertura della stagione del trotto all’ippodromo del Savio. L’impianto cesenate infatti era l’unico in funzione non avendo aderito allo sciopero contro il governo per la mancata riscossione del montepremi bloccata da tempo e l’assenza di fondi che rischia seriamente di non dare un domani al trotto. Era comunque una manifestazione annunciata e un rinforzatissimo servizio d’ordine pubblico voluto dal questore Salvatore Sanna e coordinato dal dirigente del Commissariato cesenate Michele Pascarella (formato da uomini del reparto mobile, Commissariato, Digos, Uigos e carabinieri) ha impedito che un centinaio di dimostranti provenienti in particolare dall’ippodromo di Agnano e dalla Toscana, radunatisi con un tam tam sui social network, facesse saltare l’ouverture del Savio che puntava come corsa principale sulla tris ‘Centrale del Latte di Cesena’.

Una decina di operatori del settore sono riusciti però a infilarsi in pista poco prima della corsa iniziale. Sono stati bloccati e fatti allontanare con determinazione dalla polizia. Le forze dell’ordine, con un oculato lavoro e utilizzando anche personale in borghese, hanno impedito che altre decine di manifestanti dal parterre scavalcassero la balaustra raggiungendo così i colleghi sull’anello.

L’allarme era partito nella mattinata di sabato da parte di HippoGroup, la società cesenate che gestisce anche l’ippodromo del Savio. Così in poche ore le forze dell’ordine sono state in grado di allestire un ‘cordone’ capace di schierarsi con efficienza in pista e ai bordi impedendo che saltasse la prima corsa e la riunione fosse annullata. Cinquanta dimostranti sono stati identificati dalla polizia già all’ingresso dell’ippodromo e tenuti costantemente d’occhio, altri sono entrati evitando i controlli e una decina di loro (provenienti da Napoli e dalla Campania) ha poi scavalcato la balaustra catapultandosi sulla pista verso le 20,30 con l’intento di bloccare la partenza della prima corsa per almeno 35 minuti, così la riunione sarebbe stata annullata. Ma soprattutto erano convinti che presto sarebbero stati raggiunti da altre decine di compagni di protesta che invece sono stati bloccati da polizia e carabinieri lesti a schierarsi anche a bordo pista. Intanto sull’anello di gara la polizia riusciva a convincere i dimostranti a uscire ricordandogli le gravi conseguenze alle quali sarebbero andati incontro (per interruzione di manifestazione sportiva, quindi Daspo e non solo) con ripercussioni pesanti anche sulla loro attività professionale. In una ventina di minuti i sostenitori dello sciopero sono stati allontanati dalla pista mentre coloro che avrebbero dovuto raggiungerli erano costretti solo a osservare.

Così la prima corsa di serata ha potuto avere inizio con una trentina di minuti di ritardo. Il gruppone dei manifestanti è stato isolato in un settore dell’ippodromo dove è rimasto fino alle 22, marcato strettissimo dalle forze dell’ordine. Da qui ha lanciato a più riprese insulti ai driver che gareggiavano, poi è stato accompagnato dalla polizia fuori dal Savio. Il pubblico presente non è stato turbato più di tanto da un ‘fuoriprogramma’ annunciato e comunque reso vano dall’intervento della polizia.