Venerdì 19 Aprile 2024

L’Aids è in calo, ma fa sempre paura

In provincia 277 nuovi casi dal 2006 a oggi: 27 l’anno scorso

CONTROLLI Un laboratorio di analisi (foto di repertorio) e il dottor Claudio Cancellieri

CONTROLLI Un laboratorio di analisi (foto di repertorio) e il dottor Claudio Cancellieri

Cesena, 27 novembre 2014 - DAVANTI alla virulenza anche mediatica di Ebola sembra aver ceduto in aggressività ma non è il caso di abbassare la guardia. L’Aids, infatti, colpisce ancora e vale più che mai lo slogan «se lo conosci non ti uccide» poiché il contagio non avviene per vie imperscrutabili o non presidiabili. Per questo assume importanza decisiva la campagna nazionale, a cui ha aderito anche la nostra Asl, che sabato prossimo offre test gratuiti in tutta la Romagna. «Vieni a fare il test per l’Hiv. Combatti la paura», invitano una serie di materiali informativi divulgati in occasione della Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids, che si celebra il 1° dicembre. Per sabato è prevista l’apertura straordinaria, dalle ore 8 alle 12, di una serie di ambulatori a Cesena, Faenza, Forlì, Ravenna, Riccione, Rimini e Lugo.

L’INIZIATIVA coinvolge i servizi ospedalieri romagnoli e il Laboratorio Unico di Pievesestina. In città allo scopo è attiva l’Unità Operativa Malattie Infettive dell’ospedale Bufalini. Gli obiettivi sono incoraggiare quante più persone possibile ad effettuare il test Hiv, superando la paura, e sensibilizzare sull’importanza di prevenire i comportamenti a rischio e diagnosticare per tempo le nuove infezioni, permettendo così di curarle con maggior efficacia ed evitare trasmissioni inconsapevoli, soprattutto per via sessuale.

A SPINGERE verso l’esame del sangue offerto dall’iniziativa sono anche i dati dei nuovi casi della sieropositività all’Aids nella nostra provincia. Tra il 2006 e il 2013 nella provincia di Forlì-Cesena si sono verificati 277 casi. La tendenza è in calo, siamo passati infatti dal picco dell’11, 5 del 2008 (44 casi) al 6,8 del 2013 (27 casi) con una media tra gli anni considerati pari all’8,9 per cento ogni 100 mila abitanti. Che mostra, tuttavia, come nel nostro territorio l’incidenza resti superiore alla media regionale che è pari all’8,7 (3.013 casi dal 2006 al 2013) e nazionale. Nel 2013 nell’intera Romagna vi sono stati 72 nuovi casi; tra i residenti in Emilia-Romagna sono stati 300, con un tasso di incidenza che pone la nostra Regione al 5° posto in Italia.

SECONDO un’analisi dei dati le nuove diagnosi, a livello della nostra regione, si riscontrano più frequentemente nel sesso maschile (72,7%), fra le persone di nazionalità italiana (70,9%) e nella età comprese fra i 20 e i 49 anni, con maggior presenza nella fascia 30-39 anni ( 33,5% del totale). L’incidenza nel sesso maschile è di 13 ogni 100.000 e nel sesso femminile di 4,6 ogni 100.000. L’incidenza negli uomini è più alta di quella femminile in tutte le province emiliano romagnole, con alcune diversità.

LA PROVINCIA di Rimini e quella di Ravenna mostrano una incidenza nel sesso maschile particolarmente elevata, mentre l’incidenza femminile più alta si registra a Parma. Si conferma che la modalità di trasmissione principale - ossia l’86,1% dei casi - è quella sessuale (54,4% eterosessuale e 31,7% omo-bisessuale), mentre la trasmissione legata a scambio di siringhe riguarda ora solo il 5% dei casi. Le donne che hanno scoperto la sieropositività durante la gravidanza sono il 20% del totale dei casi femminili, fenomeno però relativo quasi esclusivamente a donne nate all’estero.