Curcio? Legittimo e inopportuno

Cesena, 24 luglio 2016 - Prima di tutto la notizia: che Renato Curcio venga in città a parlare di nuove tecnologie e ‘colonizzazione dell’immaginario’ è interessante. E per questo lo abbiamo scritto, suscitando infatti un intenso dibattito. Lo è perché Curcio, nonostante ora si vesta da saggista e sociologo, ha partecipato attivamente alla fondazione di uno dei movimenti terroristici politici più importanti e sanguinari d’Europa. E lo è a maggior ragione dato che non si è mai dissociato da ciò che ha fatto, scontando 24 anni in carcere per concorso morale in omicidio. Ed è del tutto normale che in molti trovino inopportuno il suo invito a tenere un dibattito che, seppur incentrato sul suo libro, parla di molto altro.

Durante la serata Curcio ha sfoderato i termini cari alla sinistra storica: ‘padrone’, ‘valore’, ‘controllo del lavoratore’, ‘società capitalistica’, ‘colonizzazione’. Non si tratta quindi di un ex terrorista che si occupa di giardinaggio, che scrive di tennis o di fisica quantistica. No, si tratta di un uomo che continua a riflettere sul mondo che lo circonda con occhio critico e profondamente politico, che avverte il pubblico dei rischi della colonizzazione digitale, che cerca di smuovere coscienze. E’ giusto che sia lui a farlo? Diciamo che certamente non è illegale. Ma vederlo in cattedra fa un certo effetto.