Manuela morì al sesto mese di gravidanza per le complicanze di un’influenza, 15 indagati

La donna, 34 anni di Gambettola è deceduta l’8 febbraio 2015. La piccola Maddalena è nata col cesareo quando le sue condizioni si erano aggravate irreversibilmente

Manuela Manco, la mamma morta a 34 anni

Manuela Manco, la mamma morta a 34 anni

Cesena, 18 aprile 2015 - Una quindicina di avvisi di garanzia sono stati recapitati nei giorni scorsi ai sanitari che si sono occupati di Manuela Manco, la donna di 34 anni di Gambettola deceduta domenica 8 febbraio 2015 all’ospedale Bufalini di Cesena dove era stata ricoverata una settimana prima per le complicazioni di un’influenza che si era evoluta in polmonite.

La vicenda aveva suscitato una forte commozione nell’opinione pubblica poiché Manuela Manco, insegnante di matematica, portava in grembo una bimba e l’ha data alla luce con un parto cesareo quando ormai le sue condizioni si erano aggravate in modo irreversibile. La piccola, alla quale è stato dato il nome di Maddalena, aveva alle spalle solo 26 settimane di vita nel pancione della mamma e ha dovuto superare parecchi problemi, tra i quali alcuni interventi chirurgici, ma ora sembra che le sue condizioni si siano finalmente stabilizzate.

Un mese dopo il decesso di Manuela Manco, il marito Lorenzo Cerretani, che ora deve accudire la piccolissima Maddalena e la sorellina di tre anni, aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Forlì mettendo a disposizione del pubblico ministero Michela Guidi, alla quale è stato affidato il fascicolo, tutta la documentazione sanitaria disponibile, compresi i risultati dell’autopsia che avevano evidenziato come causa diretta della morte un’embolia polmonare.

L’esposto è stato preparato dall’avvocato Saschia Soli di Perugia, conoscente di famiglia, che ieri, dopo aver appreso la notizia degli avvisi di garanzia, ha così commentato: «La notizia era nell’aria e non ci stupisce, anche se non siamo stati avvisati direttamente dalla Procura. Peraltro nella fase attuale delle indagini non era necessario farlo in quanto il nostro esposto è stato fatto unicamente con l’intento di conoscere tutto quel che è accaduto e soprattutto se Manuela avrebbe potuto essere salvata. Altro non chiediamo, non c’è alcun intento persecutorio nei confronti dei sanitari che hanno curato Manuela cercando di straparla alla morte, senza purtroppo riuscirci. La prossima settimana chiederò di essere ricevuta dal pubblico ministero e decideremo il da farsi».

Sono numerosi gli aspetti di questa vicenda che il pubblico ministero dovrà chiarire: il più importante è se i sintomi della malattia che hanno portato alla morte Manuela Manco siano stati valutati in modo appropriato da parte dei sanitari che l’hanno avuta in cura, dal medico di base a quelli del pronto soccorso fino a quelli della terapia intensiva. C’è in particolare un aspetto da chiarire: in casi del genere, quando l’organismo non riesce a trarre dai polmoni la quantità di ossigeno necessaria alla sopravvivenza, si può ricorrere all’ossigenazione extracorporea. All’ospedale Bufalini questa attrezzatura non c’è, per cui in caso di necessità i malati vengono inviati a Bologna. In passato è già accaduto con risultati positivi. Nel caso della donna di Gambettola, invece, è stato deciso di non ricorrere a questa tecnica che poco tempo fa a Roma, in un caso simile, ha permesso di salvare le vite sia della mamma che del bambino che portava in grembo.