L’estate è già finita. E il peggio deve arrivare

Gli esperti prevedono altre precipitazioni. E intanto l’agricoltura si lecca le ferite

Daniele Olivetti (foto Ravaglia)

Daniele Olivetti (foto Ravaglia)

Cesena, 2 settembre 2014 - L’estate è finita. Quale estate? Quella della pioggia, della grandine e degli allagamenti di luglio, degli ombrelloni sempre chiusi al mare, della frutta irrimediabilmente danneggiata che si è accumulata ai piedi degli alberi e delle maglie pesanti rimaste dentro l’armadio per troppo poco tempo. Agosto ha concesso qualche tregua soprattutto a cavallo di metà mese e ora settembre si presenta con un cielo che promette di restare grigio a lungo.

Lo confermano anche le previsioni dei meteorologi di 3BMeteo che annunciano altri giorni da trascorrere con l’ombrello a portata di mano: «In effetti — analizza Daniele Olivetti —, la Romagna è stata una delle zone maggiormente colpite dalle precipitazioni durante l’estate. E le prossime ore sembrano destinate a confermare il trend. Tutto dipende da una massa di aria fredda che arriva dalla Scandinavia e che potrebbe rimanere ‘intrappolata’ sopra le nostre teste per tutta la settimana.Sono attese altre precipitazioni anche se probabilmente alla fine le giornate peggiori saranno quella odierna e quella appena trascorsa».

Piove sul bagnato in una stagione nella quale la tintarella per molti è rimasta un miraggio: «I dati più anomali — Olivetti passa ai numeri — si sono registrati a luglio, un mese che mediamente registra quattro giorni di pioggia e che invece quest’anno ne ha contati sedici, corrispondenti a un volume di pioggia quattro volte superiore alla norma. Agosto è stato più conforme ai canoni, ma ormai il danno era fatto. A settembre invece le cose sono diverse, anche perché il primo giorno del mese comincia quello che viene definito l’autunno meteorologico: è difficile pensare a un colpo di coda dell’estate, ma nel weekend la situazione dovrebbe migliorare. E poi il sole di settembre scalda ancora parecchio: basta poco per far tornare le temperature intorno ai 25 gradi».

Intanto il comprensorio cesenate conta i danni, che non sono affatto pochi: chiedete a chi in riviera è stato costretto a convivere con le file di ombrelloni chiusi e chi tra i campi ha ammassato la frutta da mandare al macero: «Il problema è molto serio — è l’analisi di Maurizio Tortolone, una vita trascorsa nel mondo dell’agricoltura e ora presidente della cooperativa Arpor del gruppo Orogel —, soprattutto perché la pioggia è stata una costante per talmente tanto tempo che ha danneggiato un ampio spettro di coltivazioni, a partire dalle pesche, il simbolo della nostra terra. L’acqua ha tolto zucchero dal frutto e i prezzi sono crollati: ai produttori è stato pagato meno della metà del costo di produzione: diciotto o venti centesimi al chilo contro i 45 -50 che spende l’agricoltore. In collina tanti campi di grano sono stati seriamente danneggiati e ora la paura riguarda la vendemmia: si teme un calo fino al 30% del raccolto. La qualità dipenderà molto da quello che succederà nei prossimi giorni: il maltempo deve concedere una tregua, altrimenti le conseguenze potrebbero diventare preoccupanti per un settore che deve fare già i conti con un significativo invenduto dello scorso anno. Il fresco ha posticipato i tempi: la raccolta del sangiovese comincerà tra una ventina di giorni, un lasso di tempo durante il quale speriamo di tornare a rivedere il sole».