Cassa integrazione in flessione, ma l’occupazione non decolla

Rapporto della Uil in chiaroscuro, i voucher sono in aumento

Marcello Borghetti, segretario della Cst-Uil di Cesena (foto Ravaglia)

Marcello Borghetti, segretario della Cst-Uil di Cesena (foto Ravaglia)

Cesena, 5 maggio 2016 - I segnali di ripresa annunciati dal governo non si traducono in nuova occupazione. La cassa integrazione dimunisce su base annua ma mostra una ripresa negli ultimi mesi. Esplodono letteralmente i voucher.

Sono i punti salienti del Rapporto Uil di marzo 2016 sulla cassa integrazione che evidenzia la persistenza della grave crisi occupazionale. Su base provinciale il primo trimestre 2015 registra 1.152.550 ore contro 1.060.305 ore nel primo trimestre 2016, con una diminuzione dell’8%. Ma dalle 285.085 ore autorizzate a febbraio 2016 si passa a 385.649 ore a marzo 2016, con un aumento del 35%. «Le oscillazioni di questi valori – osserva Marcello Borghetti, segretario Cst Uil Cesena – testimoniano che la debolissima ripresa economica è molto fragile e in generale priva di elementi strutturali che garantiscano un trend di crescita costante. Le minori ore di cassa integrazione solo marginalmente diventano nuova occupazione, piuttosto segnalano licenziamenti».

Secondo la Uil cesenate sulla leggera ripresa occupazionale di cui parla il governo, ha influito il grande quantitativo di sgravi contributivi previsti nel 2015 per le nuove assunzioni, sgravi ridimensionati fortemente dal 2016, con la possibilità che questa debole propensione all’assunzione si interrompa.

«La scelta del governo di ridimensionare e restringere l’accesso agli ammortizzatori sociali – aggiunge Borghetti – rischia di mettere in ulteriore grave difficoltà migliaia di imprese con nuovi licenziamenti. Gravissimo e inconcepibile, il ritardo di molti mesi nella corresponsione dei compensi ai l cassintegrati, operaie e operai che prendono circa 700 euro mensili». Intanto i voucher toccano oltre 1.300.000 ore nel 2015 solo nella nostra provincia, in particolare per giovani e donne. «Un fatto – conclude Borghetti – che testimonia il dilagare di questa forma di precariato estremo, che sta cannibalizzando i pochissimo posti di lavoro che si creano. Ribadiamo che per spingere l’acceleratore su sviluppo e buona occupazione, occorrono interventi a favore dell’economia reale».