Orogel leader di mercato, ma la burocrazia rallenta la crescita

Gli scavi archeologici bloccano i lavori del nuovo stabilmento

Il direttore generale di Orogel Giancarlo Foschi e l’amministratore delegato Bruno Piraccini (a sinistra) nella Cucina Salute e Benessere, all’interno dello stabilimento di Pievesestina di Cesena

Il direttore generale di Orogel Giancarlo Foschi e l’amministratore delegato Bruno Piraccini (a sinistra) nella Cucina Salute e Benessere, all’interno dello stabilimento di Pievesestina di Cesena

Cesena, 24 maggio 2016 - Orogel, gruppo cooperativo con quasi 1600 soci tra Romagna, Veneto e Basilicata, continua a crescere con gradualità e a fine 2015 ha conquistato la leadership nazionale del mercato dei vegetali surgelati aumentando dello 0,9% la sua quota (il 13% col marchio Orogel e il 9,16% con i marchi delle catene della grande distribuzione) , superando la multinazionale Findus che è arretrata al 21,9% (-1,3%), mentre Nestlé è a quota 6,2% (-0,9%).

Il fatturato Orogel aumenta gradualmente: era di 160,8 milioni di euro nel 2009, è stato di 196 milioni nel 2015 (+6,7% nell’ultimo anno, +22% in sette anni) e nel 2016 dovrebbe superare abbondantemente i 200 milioni di euro, nonostrante il mercato complessivo dei surgelati abbia avuto un andamento piatto nel 2015 e mostri una flessione del 2% nei primi mesi del 2016. Ma all’interno del mercato dei surgelati sono in crescita i segmenti nei quali Orogel è leader: i prodotti salutistici (+35%) e i passati di verdura dove il marchio cesenate produce il 77,5% del venduto.

La crescita di Orogel, sostenuta da una distribuzione accurata con 50 concessionari e da campagne pubblicitarie mirate alle donne che hanno poco tempo per cucinare e agli uomini che devono arrangiarsi anche in cucina, avrebbe potuto essere anche più impetuosa, ma viene programmata con gradualità seguendo il ciclo delle produzioni agricole effettuate in pieno campo senza forzature, coltivate con la lotta integrata o biologica.

Per continuare a crescere e dare ulteriori benefici ai soci (lo scorso anno il prezzo medio di liquidazione ai soci è aumentato del 7%, le giornate lavorate dell’8% e il premio di produzione ai 2.594 dipendenti del 7,9%) Orogel ha programmato cospicui investimenti in strutture e tecnologie. A Pievesestina di Cesena, Ficarolo (Rovigo) e Policoro (Matera) sono da poco iniziati lavori che, nell’arco di tre anni, prevedono un investimento di circa 80 milioni di euro.

Ma a Cesena l’inizio dei lavori del nuovo stabilimento è stato posticipato di sette mesi da indagini archeologiche che hanno portato a scarsi ritrovamenti, ma che all’azienda sono costati 700mila euro come esborso diretto e due milioni come danno globale.

E ieri mattina, mentre presentavano alla stampa i dati di bilancio, l’amministratore delegato Bruno Piraccini e il direttore generale Giancarlo Foschi hanno ricevuto la notizia che la Soprintendenza archeologica regionale ha nuovamente bloccato i lavori, poche settimane dopo dopo aver dato il nulla osta all’avvio del cantiere.

Da rilevare anche che il 5% dell’utile, che nelle cooperative non può essere distribuito ai soci come dividendo ma va a riserva indivisibile, viene impegnato in iniziative sociali: dal sostegno alle associazioni di volontariato che sostengono le persone in difficoltà alla ricerca oncologica e scientifica, al social housing con sette unità abitative già realizzate per i dipendenti e altre otto in cantiere.