Cesena, 20 luglio 2016 - La città è stata conquistata. Loro sono piccoli, colorati e soprattutto sono dietro ogni angolo. Per catturare i Pokémon, nuovi conquistatori della Romagna, e privarli dei loro pericolosissimi poteri è necessario lanciargli delle sfere ermetiche rosse e bianche e sperare che non si trovino nei paraggi dei compagni mostri assetati di vendetta per il loro amico catturato. I cattivoni in questione (anche se, in effetti, il loro aspetto di terribile ha ben poco), sono tornati più agguerriti che mai dopo vent’anni di assenza: stiamo parlando, appunto, dei Pokémon, diventati protagonisti del videogioco a realtà aumentata per smartphone ‘Pokemon go’, il più scaricato del momento in tutto il mondo. Nato da un’idea di Niantic Labs, startup di San Francisco posseduta da Google e ora indipendente, ha dato nuova vita ai piccoli esserini colorati, nati nel 1996 come videogame per il Gameboy Nintendo e poi trasformata in cartone animato.
La nuova applicazione per cellulare, caratterizzata da una tecnologia a realtà aumentata, è stata lanciata il sei luglio negli Stati Uniti, in Australia e in Nuova Zelanda, e nel giro di poco le azioni della Nintendo sono salite del 25 per cento. A distanza di poche settimane dall’entrata di Pikachu e colleghi nella vita quotidiana di tutti, gli effetti sono già eclatanti.
Oggi camminando a Central Park, nel cuore di New York, è possibile incontrare mandrie di giocatori agguerriti che inseguono i pokémon che vedono sullo schermo del loro smartphone per cercare di catturarne il maggior numero possibile. Sempre in America sono successi casi eclatanti, come quello di una bambina a Riverton, un piccolo centro del Wyoming, che ha trovato il cadavere di un uomo in un fiume mentre stava cercando di catturare il suo mostriciattolo preferito. E ancora in Missouri la polizia ha arrestato quattro persone che usavano il gioco per attirare gente in aree isolate e derubarla. C’è anche chi è finito al pronto soccorso, dopo essere caduto perché distratto dall’applicazione, oppure dopo essere andato a sbattere contro un auto alla guida. Oppure c’è chi, per inseguire Bulbasaur, uno dei migliori amici di Pikachu, ha abbandonato il lavoro in Nuova Zelanda. In Italia ancora non si è verificato niente del genere, ma quel che è certo, è che il fenomeno ha colpito tutti, grandi e piccoli.
Thomas, sedicenne del liceo, è uno di questi, e in questi giorni sta organizzando un evento pubblico per coinvolgere tutti i giocatori romagnoli che avrà luogo la prima settimana di agosto. A partecipare al gruppo d’interesse su Facebook sono già oltre 80 utenti, e Thomas ne stima almeno una quarantina a sfidarsi per le vie della città.
«Io gioco da sempre – racconta –, ho scaricato il videogioco in anteprima prima che uscisse ufficialmente, e ora gioco quasi tutto il giorno». Il ragazzo spiega che i Pokémon possono essere ovunque, li si incontra camminando per strada, guardando la televisione a casa, oppure uscendo per un gelato con gli amici. Le zone della città, però, più frequentati dai giocatori, sono le ‘palestre’, ovvero i luoghi di interesse pubblico come la biblioteca Malatestiana, l’abbazia di Santa Maria del Monte, il Duomo, la stazione dei treni e piazza del Popolo.
In questi luoghi, i giocatori possono trovare una concentrazione maggiore di pokémon, catturarli con le ‘poké ball’ e sfidare i concorrenti in agguerrite battaglie, divisi per squadre: rossa, gialla e blu. Normalmente invece, per catturare gli animali virtuali, è necessario avvicinarsi ai loro habitat naturali: terra, acqua e fuoco. «Vicino a un torrente – spiega Thomas –, puoi trovare Squirtle, ad esempio, mentre al parco Chespin».
Il sedicenne continua sostenendo che giocare con i piccoli animaletti virtuali stimola l’attenzione dei giocatori, anche se in certe situazioni, come quando si attraversa la strada o si guida la macchina, è assolutamente necessario mettere lo smartphone in tasca.