Sanità, Bonaccini: "Ospedale nuovo? Si può fare"

Assist di Stefano Bonaccini al progetto del sindaco Paolo Lucchi: "Il progetto è sul tavolo, ne discuteremo"

Il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il sindaco Paolo Lucchi06

Il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il sindaco Paolo Lucchi06

Cesena, 26 aprile 2016 - Quando il presidente della Regione Stefano Bonaccini si presenta alla Barriera sotto al cielo grigio che promette pioggia, ad accoglierlo trova il sindaco Paolo Lucchi, quello che nei giorni scorsi ha lanciato il progetto di un nuovo grande ospedale cesenate, da fare nascere a Villachiaviche al posto del Bufalini. Un progetto che non può prescindere dal ruolo della Regione, che deve metterci i soldi. Sull’argomento Bonaccini non si nasconde: «Il tema è sul tavolo – commenta stringendo mani al plotone che gli si fa incontro – e non escludo nulla. L’argomento è concreto, al momento debito ne parleremo». Il nodo della questione è evidentemente l’aspetto economico, sul quale i palazzi bolognesi dovranno dire la loro in maniera significativa: «Vedremo, conosco l’idea lanciata da Lucchi. Però oggi sono qui per il 25 Aprile». La Festa della Liberazione nel cesenate si apre dunque con un ospite illustre che guida il corteo dei gonfaloni e delle autorità civili e militari in marcia verso il Monumento ai Caduti del Serraglio. Tanti cesenati sfilano dietro alle bandiere, sulle note di ‘Bella Ciao’.

Parte il sindaco Lucchi, che ripercorre la storia della Cesena libera, delle prime elezioni in città alle quali partecipò il 97,2% degli aventi diritto, della prima donna eletta in consiglio comunale, Ida Sangiorgi, delle sue battaglie e dei suoi diritti. Parla dei giovani di oggi, della generazione Erasmus che la guerra non l’ha conosciuta e non dovrà conoscerla mai. Parola a Bonaccini, che incassa gli applausi di benvenuto sotto una pioggia battente, che in breve tempo si trasformerà in grandine, costringendo gli organizzatori ad accorciare il programma della manifestazione: «L’etica pubblica è fatta anche di promesse che si rispettano. Ne cito una, che riguardava l’istituzione di una legge sulla Memoria del Novecento. L’ho mantenuta. Se non conosci la storia, rischi di ricadere nelle sue pagine più buie.

Dalla storia bisogna imparare, anche se non sempre succede. Oggi in Europa si pensa a costruire muri dimenticando il fatto che i muri di ieri si sono poi trasformati in macerie sulle teste di chi li aveva edificati. Ricordare il passato vuol dire ripensare ai nostri trascorsi da emigrati e avere consapevolezza che nessuno può accogliere tutti, ma che non si possono nemmeno lasciar morire migliaia di persone in mare pensando così di poter vincere le elezioni. Quuando vedo che oggi, in Europa si siedono partiti di ispirazione neofascista mi vengono i brividi. Quando però visito la nostra regione, il morale cambia: venire in Romagna è un ottimo modo per vedere l’incarnazione dei valori risorgimentali nella gente del ventunesimo secolo».

Nel pomeriggio Bonaccini è stato ospite del sindaco di Sarsina Luigino Mengaccini, che lo ha accompagnato a visitare il monumento alla resistenza di Pieve di rivoschio: «Questa comunità – ha spiegato il primo cittadino - oggi conta 103 abitanti. negli anni ’50 ce n’erano 1.500. Durante la guerra tra questi monti, si insediò la brigata Garibaldi. I rischi per la popolazione erano tanti, ma la voglia di combattere per la libertà da queste parti è sempre stata più forte della paura».