Cesena, 24 luglio 2011- Auto parcheggiate lungo strade fino a due chilometri fuori dal paese, una fiumana di giovani (e meno giovani), la piazza presa d'assalto da oltre duemila spettatori, bordate di decibel di rock d'autore sparate fin dentro il soggiorno di casa. Sabato con lo show di Lou Reed, Sogliano al Rubicone sulle colline di Cesena ha vissuto certamente una serata memorabile. L'inossidabile chitarrista americano, con una presenza scenica ieratica nonostante qualche timido tentativo di coinvolgere il pubblico, ha sfoderato un repertorio grintoso dei suoi vecchi cavalli di battaglia, riavvolgendo il nastro della sua ultraquarantennale carriera fino ai mitici Velvet Underground. Anzi, la stessa poderosa formazione sul palco e gli arrangiamenti studiati ad hoc hanno dato un tocco vintage, molto tardi anni 70, a tutto lo show, dedicato fin dall'apertura alla scomparsa Amy Winehouse.

Qualche fan purista ha storto la bocca per lo strano viaggio nel tempo di Lou che comunque ha regalato versioni molto intriganti di classici come Venus in furs, Femme fatale, Sunday morning (ancora una commossa citazione per Amy Winehouse), Pale blue eyes e, ovviamente, una potentissima (seppure inflazionata di sax) Sweet Jane che ha esaltato la piazza di Sogliano insieme all'assolo di chitarra di Senselessly cruel. Ancora perle del passato rilette come una ritmatissima Charley's girl (da Coney Island Baby del '76) e la lunga e coinvolgente suite di Street Hassle. Pochi pezzi più recenti come Ecstasy del 2000 per lo show di un'artista che ha cambiato più volte pelle ma che resta un'icona della grande stagione del rock.