Cesena, 25 febbraio 2012 - QUANDO la coperta della neve comincia ad accorciarsi, sciolta dal sole e dalle ruspe, sotto compare il solito spettacolo. Un gruviera. L’E45 è una malata cronica, che appena guarisce da un malanno deve subito fare ci conti con un altro. Da Ravenna a Canili, ottanta chilometri a macchia di leopardo tra serpentoni sconnessi e tratti scorrevoli di asfalto integro.
Si comincia a Ravenna, davanti al cartello che indica 352 chilometri a Roma. Bretella di collegamento e via, buon viaggio.

SI COMINCIA male, col manto che si arriccia dopo pochi chilometri. Una delle zone più critiche è quella poco prima e poco dopo lo svincolo per la Standiana, altezza Mirabilandia, dove per prepararsi alle montagne russe, si comincia a ballare fin dalla superstrada. La prima corsia è più martoriata e i frequentatori assidui lo sanno bene: in molti, camion compresi, si spostano improvvisamente a sinistra. Una tregua fino a Case Murate e poi, siamo al chilometro numero 235, tornano le buche.

A CESENA si va meglio, filando via lisci chilometro dopo chilometro. Messa la città alle spalle, si apre la Valle del Savio, con la neve che copre le montagne e l’asfalto nero che ci corre in mezzo. Più ci si addentra verso l’Appennino più si apprezza il volto migliore dell’E45: niente più riduzioni di carreggiata e doppio senso della circolazione a San Piero in Bagno, basta con le deviazioni lungo la strada provinciale e soprattutto col semaforo (e annessa lunga coda) sul viadotto del Fornello.

AL FORNELLO non ci si ferma, però bisogna fare attenzione al doppio senso: nella carreggiata opposta sono infatti iniziati i lavori gemelli di quelli appena ultimati. In particolare, chi viene dalla corsia nord deve fare i conti con una stretta chicane su una pavimentazione sdrucciolevole. C’è quasi da fermarsi e poi ripartire. Dopo il viadotto e una galleria, ecco il confine con la Toscana. Dietrofront.
Dall’altra parte il percorso è meno agevole, soprattutto all’inizio, lungo quei quattro chilometri compresi tra Verghereto e Bagno di Romagna che bisogna percorrere su una sola corsia, piena di buche, perché l’altra è protetta da una fila di birilli. Dovranno essere rifatte le solette e bisognerà iniziare un lavoro probabilmente lungo anni. Nessuno ancora parla di date o di tempi certi.

SUPERATO l’ostacolo, si torna alla guida agevole fino a Cesena. Qualche scossone prima dello svincolo di San Vittore e poi via fino all’intersezione con la Secante. Qui le buche sono state coperte, ma qualche giorno fa, nell’immediato dopo nevone, in mezz’ora sei automobilisti hanno rotto le gomme.
Oltre Cesena il traffico cala e la strada migliora. Il cartello col limite dei 90 sembrano vederlo in pochi. Invece di provare a recuperare tempo nel tratto finale però, sarebbe meglio non perderne tanto lungo il percorso.


di Luca Ravaglia