Ulisse Bezzi, il contadino che con le sue foto ha incantato New York

Romagnolo, diventato famoso a 89 anni, le sue opere in una mostra al SiFest di Savignano

BIANCO E NERO Uno dei  ritratti in mostra a Savignano

BIANCO E NERO Uno dei ritratti in mostra a Savignano

Cesena 10 settembre 2016 – PER 89 anni è rimasto nei suoi amati campi, a coltivare la terra come fosse una moglie, un’amante, una compagna e comunque il grande amore della sua vita. Poi all’improvviso l’esplosione di una notorietà mondiale. E’ Ulisse Bezzi, contadino, immerso nella campagna di San Pietro in Vincoli, fra Ravenna e Forlì, oggi 90enne, che ha trascorso le sue giornate a lavorare nei campi, dedicando il poco tempo libero alla sua grande passione, la fotografia, praticata solo per piacere personale. Per tanti anni i suoi lavori sono rimasti pressoché sconosciuti al grande pubblico, noti solo ai circoli fotoamatoriali e ai concorsi di fotografia. Poi un anno fa, nell’ottobre 2015, arriva la chiamata del gallerista newyorkese Keith De Lellis, venutone a conoscenza grazie all’interessamento degli amici di Bezzi. È così che diverse sue fotografie degli anni Cinquanta e Sessanta sono arrivate a Manhattan nella famosa galleria di Madison Avenue.

Per la prima volta in una mostra personale, a Savignano SIFEST25 espone l’opera di Ulisse Bezzi raccolta in una importante selezione di ritratti intitolata «Ho avuto per maestri i miei occhi». L’organizzazione e la direzione di SIfest25 hanno deciso di dedicare un momento particolare a Ulisse Bezzi tra gli appuntamenti in programma. Domenica 11 settembre alle 11.30 a Savignano nella Vecchia Pescheria con un omaggio al suo lavoro fotografico, alla presenza dell’autore, con visita alla mostra a cura di Alessandra Capodacqua, aperta a tutti gli interessati. Fotografo non professionista, romagnolo, il cui lavoro percorre sessant’anni di storia personale e collettiva, Ulisse Bezzi parla della fotografia come una passione non sostituibile che si inserisce nella quotidianità della sua vita contadina che ne ha contraddistinto l’esistenza e che costituisce il primo soggetto fotografico. I ritratti, di famigliari o sconosciuti e sempre in bianco e nero, diventano i motivi con cui osservare e registrare ciò che gli è attorno, in virtù di una partecipazione emotiva alla base della sua attività fotografica.

Il dato reale, come le persone che Ulisse Bezzi sceglie di fotografare, non sono semplicemente presenti nel mondo che lo circonda, ma sono il frutto di una selezione precisa, a priori. All’interno di questa quotidianità, con attitudine analitica, riconosce schemi e composizioni, e bada a concentrarsi su soggetti precisi. Ad esempio giovani coppie, ritratte a partire dall’incomunicabilità che vi coglieva nello sguardo. Ulisse Bezzi si specializza in soggetti definiti, che osserva per anni fino ad abbandonarli per rivolgersi altrove. Le proprie figlie, gli scolari, gli artisti che conosce e di cui frequenta lo studio, sono alcuni tra i soggetti che compongono un catalogo personale in cui possiamo riconoscere i caratteri che abitavano il cinema dell’epoca. Alcune delle fotografie di Bezzi hanno lasciato da poco la casa che le custodiva per essere esposte oggi a fianco degli scatti celebri di artisti come Man Ray, Nino Migliori e Robert Doisneau, presso la galleria di Keith De Lellis a New York City.