Cesena, 27 marzo 2011 - Due partite di fila senza prendere gol. Al Cesena non capitava dall’inizio del campionato, quando di gare consecutive con la porta inviolata ne infilò tre: Quindi? «La squadra ha trovato solidità difensiva»: Parola di Sebastiano Rossi, un cesenate che di fase difensiva se ne intende e ad alti livelli. Con Baresi e Maldini in dodici anni di Milan ha guidato la difesa rossonera alla conquista di svariati trofei, tra cui cinque campionati e una Champions League.

E da ex portiere del Diavolo, ma allevato a Villa Silvia e che nel Cavalluccio ha disputato quattro stagioni, aspetta Cesena-Inter (quasi un derby per lui) con fiducia: gliel’ha data la giornata di sabato quando anche lui, classe ’64, ha gioito per la vittoria bianconera a Bologna: «Quel derby l’ho giocato anch’io ed è sempre una partita difficile, ma il Cesena sabato è venuto fuori alla grande».

Rossi, mancano quattro partite. Si salva il Cesena?
«Sì. Io ci credo».

I tifosi stanno impazzendo a individuare la quota salvezza. Quale sarà?
«Dico 40 punti».

A Bologna che Cesena ha visto?
«E’ emersa una squadra con personalità. Che gioca il pallone rasoterra e non lo butta via. Una formazione compatta, che sa quello che vuole. Per questo credo nella salvezza. Il successo ottenuto coi rossoblù è il frutto di questa compattezza che i giocatori hanno acquisito».

Ora i bianconeri avranno una carica maggiore?
«Si impara dalle vittorie come dalle sconfitte. Ma avere la meglio in un derby ti carica a molla».

Il 7 marzo scorso Ficcadenti ha detto che in A ci si salva puntando sulla qualità più che sulla quantità. Da ex veterano della massima serie che ne pensa?
«Ha ragione il mister. Il furore agonistico e il ritmo sono due componenti importante, ma qui non sei più in B, sei in serie A. In questa categoria devi essere ordinato, non puoi pasticciare quando hai la palla nei piedi, altrimenti sono guai».

Arriva l’Inter sabato. Il Cesena può mettere in difficoltà i nerazzurri?
«Sono fortissimi Eto’o e compagni, lo sappiamo. Anche in difesa. Però Giaccherini, con le sue qualità, come corsa e dribbling, può rendere la vita difficile anche a loro. Punterei su di lui sulla fascia, su Malonga al centro e Parolo a supporto alle loro spalle».

Al resto penserà Antonioli?
«Alla sua età, solo il fatto di essere ancora lì mi porta a doverlo applaudire. Ma la stima per lui non si ferma qui: è proprio un grande portiere. E i grandi portieri sono quelli che giocano 38 partite su 38, quelli che ci sono sempre, dall’inizio alla fine e non mollano mai. Come appunto Antonioli quest’anno».